Con lei lavora la giovane ricercatrice molisana Francesca Colavita, 30enne originaria di Campobasso. Da 4 anni lavora nel laboratorio (anche se non ha ancora un contratto a tempo indeterminato) dopo diverse missioni in Sierra Leone per fronteggiare l’emergenza Ebola. La terza donna è Concetta Castilletti, 57enne nata a Ragusa, responsabile della Unità dei virus emergenti (“detta ‘mani d’oro’, ha raccontato il direttore dell’Istituto Giuseppe Ippolito), specializzata in microbiologia e virologia.
Nata sull’isola di Procida 67 anni fa, laureata in scienze biologiche e specializzata in microbiologia, dal 2000 lavora allo Spallanzani e ha dato un contributo fondamentale nell’allestimento e coordinamento della risposta di laboratorio alle emergenze infettivologiche in ambito nazionale.
"Sono state tre donne a portare a termine l'isolamento del coronavirus. E' bello che lo siano". A parlare delle ricercatrici Maria Rosaria Capobianchi, direttore del laboratorio di Virologia dell'Inmi Spallanzani di Roma, e delle ricercatrici Francesca Colavita e Concetta Castilletti, che hanno raggiunto oggi l'importante traguardo, il ministro della Salute, Roberto Speranza, ospite di 'In Mezz'ora' su Rai 3.
"Abbiamo cullato il virus e abbiamo avuto anche un po' di fortuna". Non si sente aria di protagonismo nelle parole di Concetta Castilletti, la ricercatrice dello Spallanzani che, insieme al team dell'Istituto, primo insieme alla Francia, ha isolato il coronavirus aprendo la strada alla diagnosi e forse anche ad un vaccino.
Concetta ha 56 anni, due figli grandi e una famiglia che la supporta da sempre, a partire dal marito. "Sono abituati a questo genere di emergenze a casa mia - dice - anche perchè io non mi ricordo una vita diversa da questa. E' sempre stato così". Lo Spallanzani è un centro di eccellenza ed è da sempre in prima linea in questi casi.
"Ho vissuto la grande emergenza - dice la responsabile dell'unità operativa virus emergenti che si trova all'interno del laboratorio di virologia dello Spallanzani diretto dalla dottoressa Capobianchi - della Sars, di Ebola, dell'influenza suina, della chikungunya, e insieme ai miei colleghi siamo stati spesso in Africa. E' un lavoro che mi piace moltissimo e non potrei fare altro. Ma la vittoria è di tutto il team. Eravamo tutti impegnati, tutta la squadra. Abbiamo un laboratorio all'avanguardia, impegnato 24 ore su 24 in questo genere di emergenze".
"L'Italia - ha ricordato la virologa Ilaria Capua - lavora a livello di eccellenza anche in network e sono felice per due motivi: il primo è che il nostro Paese è grande fonte di scienza, ma soprattutto perchè finalmente le istituzioni scientifiche hanno messo da parte il loro ego e hanno capito che per lavorare in una emergenza internazionale bisogna condividere i dati e le sequenze, per mettere insieme tutti i pezzi di un puzzle di cui non conosciamo l'immagine di riferimento".
L’equipe è poi completata da Fabrizio Carletti, esperto nel disegno dei nuovi test molecolari, e Antonino Di Caro che si occupa dei collegamenti sanitari internazionali.
Maria Capobianchi ha spiegato che il risultato ottenuto “è il frutto del lavoro di squadra, della competenza e della passione dei virologi di questo Istituto, da anni in prima linea in tutte le emergenze sanitarie nel nostro Paese”.
“L’isolamento del virus ci permetterà di migliorare la risposta all’emergenza coronavirus, di conoscere meglio i meccanismi dell’epidemia e di predisporre le misure più appropriate”, ha aggiunto Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dello Spallanzani.