Con il Decreto Prefettizio emesso ieri 26.3.2020 il Prefetto di Taranto dispone che l’ex ILVA può continuare la sua attività, a ranghi ridotti ai minimi possibili, producendo e salvando il ciclo continuo, pur non finalizzando l’attività alla commercializzazione del prodotto. Ciò non esclude che verrà venduto dopo il termine indicato.
E’ ancora una volta una raffinata farsa: ci saranno quindi in circolazione nello stabilimento, esposti al rischio di contagio, 3.500 unità dipendenti e 2.000 dipendenti dell’indotto, tutti articolati in turni. Oltre chiaramente agli accessi dei fornitori.
Come sarà garantirà la fornitura dei DPI agli operai, se gli stessi DPI scarseggiano per i medici? Cosa prevede il piano per la sicurezza dei lavoratori verificato e approvato dallo SPESAL?
Ancora una volta sembra chiaro che nessuno si assume l’onere di dichiarare la inadeguatezza degli impianti. Così aumenta la delusione e l’ansia, consapevoli del fatto che un luogo di lavoro così complesso come quello stabilimento può innescare una catastrofe sanitaria di portata inimmaginabile. La capacità potenziale di propagazione del contagio tra i lavoratori è molto forte considerato il fatto che parecchi provengono da diverse parti della Regione e anche oltre.
La situazione altamente critica che si sta vivendo in Lombardia, in Veneto e in tutti i centri industriali del Nord ha dimostrato che la situazione può purtroppo sfuggire di mano, ma ciò non è bastato al Prefetto.
Visto che le attività lavorative sono ritenute necessarie, è possibile fare prevenzione anche eseguendo i tamponi a tutti i lavoratori? Esiste un presidio sanitario che faccia da filtro in entrata e uscita dall'ex ILVA per individuare i casi positivi? Chi garantisce la minimizzazione del rischio sanitario nel percorso casa lavoro nei mezzi di trasporto? Sono assicurati tutti i dispositivi sanitari di sicurezza ai lavoratori in ingresso, durante e in uscita? Queste sono le domande che vogliamo porre ma è chiaro che lo Stato non vuole discutere in questo momento.
Per ora possiamo solo sperare che la miccia non sia già accesa e ribadiamo ancora una volta la necessità della chiusura dello stabilimento per il bene dei lavoratori e delle comunità coinvolte.
I Portavoce dell’Ass. Verdi di Taranto
Eliana Baldo e Mino Briganti
I Co-portavoce dei Verdi per la Provincia di Taranto
Elvira Sebastio e Gregorio Mariggiò
Info: 3209676455