Era tutt'altro che scontato. Dopo diciotto ore di riunione i ministri dell'Ambiente dell'Unione europea hanno adottato i principali provvedimenti del pacchetto clima Fit for 55 che prevede, tra l'altro, lo stop alle auto a benzina e diesel dal 2035. Seppure con qualche deroga e una mini apertura strappate dai Paesi più scettici, tra cui l'Italia.
"Ce l'abbiamo fatta, contro ogni pronostico, molti pensavano fosse impossibile ma oggi è un grande giorno per il Green deal europeo e un grande giorno per l'Ue", ha celebrato il vice presidente della Commissione, Frans Timmermans, al termine della riunione fiume che si è tenuta a Lussemburgo.
I ministri hanno approvato la loro posizione che ora sarà negoziata con il Parlamento, che aveva approvato la propria a inizio mese. Ma sulle scadenze alla vendita di auto nuove con motori termici le posizioni già collimano. Il Consiglio Ue, come già fatto dal Parlamento, ha dato il suo via libera alla proposta della Commissione di portare gli obiettivi di riduzione delle emissioni di Co2 delle auto del 55% entro il 2030 (50% per i furgoni) e del 100% entro il 2035.
I negoziati interni tra i ministri hanno portato all'inserimento di una data intermedia, il 2026, per una revisione dei progressi compiuti per l'azzeramento delle emissioni e la necessità di riesaminare gli obiettivi tenendo conto degli sviluppi tecnologici, anche per quanto riguarda le tecnologie ibride plug-in e l'accessibilità di queste tecnologie a tutti i cittadini.
Tradotto: nel 2026 la Commissione dovrà valutare se questi obiettivi siano realmente concretizzabili oppure no. Inoltre è stato approvato anche il cosiddetto emendamento salva Motor Valley che concede una deroga per i tagli delle emissioni fino alla fine del 2035 per i piccoli costruttori (è chiamato anche emendamento Ferrari).
Inoltre la Commissione ha concesso qualche apertura per i combustibili sintetici, quelli a emissioni zero, su cui aveva insistito tanto l'Italia (ma non solo) per preservare la neutralità tecnologica. "Il futuro è nell'elettrico e su questo stanno lavorando tutte le case automobilistiche, europee e non", ha spiegato Timmermans.
"Finora l'uso dei combustibili sintetici non sembra una possibilità realistica perché sono proibitivi in termini di costi. Ma se i produttori pensano di poterci dimostrare il contario, noi siamo pronti alla valutazione", ha detto il vice presidente dell'esecutivo europeo con delega al Clima.
Lo stesso vale per le auto ibride: "Ci dovranno dimostrare che saranno effettivamente a emissioni zero", ha ribadito Timmermans. Se passassero i test della Commissione, sia i combustibili sintetci che le ibride plug-in potrebbero essere autorizzati in deroga dopo il 2035.
Tra gli altri provvedimenti approvati, anche la riforma dell'Ets, il meccanismo di scambio di emissioni, con la sua estensione al settore marittimo, e l'introduzione di un Ets 2 per il riscaldamento degli edifici e i trasporti privati. I ministri hanno approvato inoltre l'istituzione del Fondo sociale per il clima (contro la poverta' energetica) da 59 miliardi di euro. La proposta della Commissione era di 70 miliardi. Infine, il Consiglio ha convenuto un obiettivo di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra a livello dell'Ue del 40% rispetto al 2005, per i settori non coperti dall'Ets, vale a dire il trasporto marittimo nazionale, l'agricoltura, i rifiuti e le piccole industrie. AGI