Nel giorno in cui il direttorio M5S si riunisce a Genova per festeggiare i 68 anni di Beppe Grillo, e decide di trasferire la proprietà del simbolo per evitare che ricorsi e richieste di trasferire la proprietà del simbolo per evitare che ricorsi e richieste di trasferimento degli espulsi ricadano su “Beppe”, Luigi Di Maio finisce al centro di una doppia bufera. La scelta di Grillo di donare il simbolo di proprietà di una associazione di cui fa parte il nipote –era già stata anticipata nello scorso autunno nella festa di Imola. Ora Grillo con i suoi legali ha messo a punto i dettagli del passaggio. Per decidere sulle espulsioni sarà creato un comitato ad hoc. Questa sopra è la parte strutturale relativa al cambiamento in atto nel M5S.
Segue la vicenda ideologica relativa alla bufera scatenata da Di Maio, che non mi interessa. Grillo compie 68 anni (come me; auguri!). A tutt’oggi è il proprietario del simbolo M5S. Che c’è di strano? Ha fatto come Berlusconi, Di Pietro, Bossi. Se l’associazione di persone è combinata con un atto privato, si crea il nome ed il simbolo e si va dal notaio a registrare tutto. Così, l’associato che non è d’accordo… può venir dissociato dal logo e dal simbolo. Lo strano è questo articolo della Costituzione: Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale. La distanza tra le espulsioni dei dissidenti decise dai proprietari del logo ed il metodo democratico è abissale.
Il silenzio legislativo sul partito disciplinato con legge rimbomba. Io mi meraviglio di continuare a gridare da solo, mi sento Alice nel paese delle meraviglie e mi vergogno davanti all’immagine di Nicolò Machiavelli, che sorride feroce ed aliena: sòn grulli! Guardiamo agli espulsi e a quelli che sono in fase di espulsione, come il sindaco di Parma Pizzarotti. Per evitare che continuino ad essere una questione privata tra Grillo e ciascun espulso, che evidentemente non ritiene democratica la sua espulsione, il direttorio deciderà di fare un comitato che valuterà l’espulsione. Saranno discussioni aperte, in streaming? Io amerei ascoltare l’alta filosofia degli incaricati, soprattutto per capire se uno solo tra di loro si sia mai posta la questione del potere tutti x uno, uno x tutti.
Come viene risolta in Turchia in questi giorni, per esempio. Decide Erdogan e chi non è d’accordo ha due possibilità: morire o piegarsi. Si sa la democrazia del M5S: chi conduce pone le questioni e tutti votano sì o no, democraticamente. Come Erdogan, Gheddafi, Putin ed ora Trump (Dio ne scampi!). Dunque, sarà interessante venir informati come il movimento dei qualunquisti disciplinerà il controllo del simbolo di Grillo, con quanta democrazia verrà allargato.