Diversificazione delle fonti energetiche e 'piano Mattei' per l'Africa. Attorno a questi cardini ruota la visita di Giorgia Meloni in Mozambico e Congo-Brazzaville, in programma venerdì. La seconda missione della premier italiana nell'Africa subsahariana, dopo quella in Etiopia ad aprile, era in programma da mesi ma ora, con il conflitto tra Hamas e Israele che incendia e agita tutto il Medio Oriente, storicamente ricco di materie prime, la visita appare ancora più focalizzata attorno al nodo dell'energia.
E proprio a causa della crisi mediorientale, Meloni ha deciso di dimezzare il suo tempo di permanenza nei due Paesi africani, concentrando la trasferta in un giorno solo, anzichè due, come previsto in origine. L'Africa rappresenta una priorità dell'agenda di politica internazionale del governo e sarà uno dei temi centrali della presidenza italiana del G7 del prossimo anno, si conferma da Palazzo Chigi.
L'esecutivo si muove con una strategia bi-direzionale: da un lato, c'è l'obiettivo di fronteggiare questioni urgenti come i flussi migratori, attraverso i rapporti con tutti i Paesi africani che si affacciano sul Mediterraneo; dall'altro, si lavora alla costruzione e conferma di rapporti di fiducia con i leader dei Paesi dell'Africa subsahariana, volti a favorire la crescita e lo sviluppo di queste nazioni attraverso un nuovo approccio di "ascolto".
Un momento centrale di questa strategia è stata la conferenza su migrazione e sviluppo che si è tenuta a Roma, a luglio. E i successivi incontri con i leader africani che Meloni ha avuto anche recentemente a margine dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite. Non si possono risolvere le questioni globali, come il terrorismo, la criminalità, i traffici illeciti, i flussi migratori, e i cambiamenti climatici senza occuparci di Africa, è il ragionamento che si fa a Palazzo Chigi.
La visita in Mozambico e Congo si inserisce quindi in un percorso avviato dal governo italiano sin dall'inizio dell'insediamento, ma avviene in un momento significativo, nell'attuale contesto geopolitico di accresciuta instabilità, e mira a consolidare ancora di più il processo di diversificazione dell'approvvigionamento energetico attraverso la costruzione di rapporti solidi basati sulla fiducia reciproca e il sostegno allo sviluppo delle comunità locali. Alla missione della premier parteciperà anche una delegazione di Eni, guidata dall'amministratore delegato Claudio Descalzi.
Il cane a sei zampe, che ha celebrato il 70simo anniversario dalla sua fondazione, ha annunciato che nel 2024-25 l'Italia sarà totalmente indipendente dalle forniture dalla Russia. Centrali per questo obiettivo i Paesi in cui sarà in visita Meloni.
Mozambico e Congo hanno entrambi legami storici con l'Italia. Il nostro Paese ha svolto un ruolo fondamentale nell'accordo di pace che ha posto fine alla guerra civile in Mozambico, siglato a Roma il 4 ottobre 1992, con la mediazione della comunità di Sant'Egidio. I rapporti sono sempre rimasti solidi e l'interscambio tra il 2020 e il 2022 è stato pari a 917 milioni di euro. Ingente anche lo stanziamento di fondi per la cooperazione allo sviluppo, pari, nel biennio 2022-24, a 85 milioni di euro di fondi.
Tra il 2011 e il 2014, Eni ha scoperto, al largo delle coste settentrionali, nel bacino di Rovuma, numerosi e importanti giacimenti di gas, tra cui Coral south, già in produzione, (avviato nel novembre 2022). La produzione e liquefazione del gas avviene interamente offshore tramite l'impianto galleggiante Coral SulFlng, con una capacità di liquefazione di circa 3,4 milioni di tonnellate all'anno di gas naturale liquefatto.
Dall'avvio della produzione sono stati effettuati 30 carichi di Gnl e 5 di condensati. Sulla base dell'esperienza sviluppata con Coral South, comprese quelle relative a costi e tempi di esecuzione, Eni sta lavorando a un secondo progetto di produzione e liquefazione di gas, Coral North. Il piano di sviluppo è attualmente in discussione con i partner e il governo del Mozambico per l'approvazione definitiva, in vista di uno start-up nel 2027.
Il Mozambico soffre di un grave problema terrorismo nel Nord del Paese e questo è uno dei temi che Meloni affronterà nell'incontro con il presidente della Repubblica, Filipe Jacinto Nyusi, in programma venerdì mattina.
Le potenzialità del giacimento sono immense, ma se non si risolve problema del terrorismo in quell'area è difficile portare sviluppo. Dopo il colloquio con Nyusi, Meloni incontrerà alcuni esponenti della cooperazione allo sviluppo che operano nel Paese.
Nel pomeriggio di venerdì la premier si trasferirà nella Repubblica del Congo. A Brazzaville, incontrerà il presidente Denis Sassou Nguesso, in carica dal 1997, con il quale ha già avuto conversazione telefonica ad aprile.
L'interscambio tra l'Italia e la Repubblica del Congo tra il 2020 e il 2022 è stato pari a 685 milioni di euro ed Eni non è la sola azienda presente: Msc ha acquisito delle attività del gruppo Bollorè che riguardano la logistica, poi si segnalano le attività del gruppo Renco per la riforestazione area settentrionale del Congo.
Eni è presente nel Paese dal 1968 con attività di esplorazione e produzione sia onshore che offshore, per una produzione equity di circa 80,000 barili nel 2022. L'azienda ha raggiunto nel novembre 2022 la decisione finale d'investimento per Congo Lng, il primo progetto per la liquefazione e l'export del gas del Paese.
Congo Lng vedrà l'installazione di due impianti galleggianti di liquefazione del gas naturale: il primo avrà una capacità di liquefazione di 0,6 milioni di tonnellate all'anno (Mtpa) di Lng e avvio previsto alla fine del 2023; il secondo, attualmente in costruzione e con avvio previsto nel 2025, porterà la capacità complessiva di liquefazione a 3 milioni di Mtpa. Eni commercializzerà il 100% del gas liquefatto prodotto. AGI