Questo è ciò che viene suggerito da questa mostra, che nasce con l’obiettivo di indagare il rapporto critico tra abitare e costruire, partendo da alcuni edifici che sono emblematici di questa frattura: “architetture inabitabili” dalla forte carica simbolica, emblemi della città in cui sorgono.
La mostra ne individua alcuni esempi particolarmente significativi, distribuiti su tutto il territorio nazionale, reperendone testimonianza nei materiali dell’Archivio LUCE e altri archivi.
L'esposizione che sarà visitabile dal 24 gennaio al 5 maggio, espone 150 fotografie, video e testi su otto edifici che non sono destinati all'abitare. Tra questi il Gazometro di Via Ostiense, il campanile semisommerso di Curon, il Lingotto di Torino, gli ex Seccatoi di Città di Castello, Torre Branca a Milano, i Palmenti di Petraglia (Potenza), il Memoriale di Brion (Treviso), il Cretto di Gibellina a Trapani.
Alle fotografie storiche si aggiungono opere firmate da fotografi e artisti contemporanei come Gianni Berengo Gardin, Guido Guidi, Marzia Migliora, Mark Power, Sekiya Masaaki, Steve McCurry – oltre ad alcune immagini di Francesco Jodice e di Silvia Camporesi appositamente commissionate per la mostra – e pagine che i più apprezzati scrittori italiani hanno composto per l’occasione. AGI