La campagna per le europee è pronta e presto lo saranno anche le liste. La linea da seguire, come spiegato dalla segretaria Schlein in mattinata all'esecutivo dem, è quella unitaria vista in campo alle elezioni Regionali. Una linea che prescinde dal 'chi ha votato chi' al congresso. La tessera che completa il puzzle è quella della candidatura della segretaria Elly Schlein. Lo stato maggiore dei dem la chiede da tempo: c’è la convinzione che la presenza in campo della leader dem possa trainare il consenso del Pd alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. Ma c’è anche la necessità fortemente sentita di dare sicurezza ai candidati che sono da tempo ai blocchi di partenza. Perché un conto è partire da capolista, o almeno in 'pole', altro è partire dal basso, dalla terza o quarta fila. Solo al momento di conoscere il proprio posizionamento, un candidato o una candidata potrà tarare la propria campagna, da un punto di vista degli appuntamenti da tenere sul territorio e dal punto di vista economico.
"Tutti i componenti della segreteria del Partito Democratico hanno chiesto a Elly Schlein di candidarsi alle prossime elezioni europee", riferiscono fonti dem al termine della riunione al Nazareno. Le formule proposte sono state diverse, viene sottolineato. La leader ne ha preso atto e ci ragionerà. Prima di esprimersi, in ogni caso, aspetterà che sia chiuso l'impianto generale delle liste. I nomi in campo sono noti da tempo: gli esponenti di Energia Popolare-Base Riformista Emanuele Fiano, Giorgio Gori, Pierfrancesco Maran saranno con ogni probabilità schierati nel Nord Ovest dove dovrebbe essere schierata anche Cecilia Strada in quota 'società civile'. Gli esponenti di stretto rito schleniano come Annalisa Corrado, Alessandro Zan potrebbero correre nella circoscrizione Nord Est, così come Stefano Bonaccini e Alessandra Moretti. La circoscrizione Centro è la più affollata con Nicola Zingaretti, Dario Nardella, Matteo Ricci, Alessia Moran e la fedelissima della segretaria Camilla Laureti.
Tra le personalità esterne potrebbe correre da capolista l'ex direttore di Avvenire, Marco Tarquinio. Un'altra ex direttrice, Lucia Annunziata, è data come capolista al Sud, nonostante le voci che la danno dubbiosa su questa possibilità. Sempre al Sud dovrebbe correre Antonio Decaro, Sandro Ruotolo e, forse, il medico di Lampedusa ed europarlamentare uscente, Pietro Bartolo, sempre meno convinto di correre nella circoscrizione Isole. Prima dei nomi, però, alla segretaria Pd preme fare il punto sui temi e sugli obiettivi. Il Pd, viene spiegato da fonti del Nazareno, "vuole confermare la crescita di questo ultimo anno" e tutto ciò che sarà necessario a raggiungere questo obiettivo sarà messo in campo, a partire dalla chiusura "a breve" delle liste. La deadline rimane il 15 aprile, 45 giorni prima del voto. Ma la segretaria non sembra intenzionata ad attendere l'ultimo momento anche per lasciare spazio ai temi, archiviando il dibattito sui nomi. E di temi si è discusso molto durante la riunione della segreteria di oggi, dalla "sanità in ginocchio" alla "classe dirigente inadeguata", passando per il "caso Santanchè" che per i dem "grida vendetta" e di fronte al quale le "dimissioni della ministra inevitabili".
Oltre a contrastare l'azione del governo, infatti, "il Pd come primo partito del centrosinistra ha la precisa responsabilità di costruire l'alternativa", osservano dal quartier generale Pd. La priorità, al momento, rimane il rilancio della legge di iniziativa popolare sul salario minimo: "Ci sembra un'enormità" il fatto che il governo abbia voluto affossare la legge, "anche rispetto ai dati sulla povertà. Non molleremo di un centimetro anche con le altre opposizione", assicurano i dem. Assieme a questo, il Pd mette al centro della sua azione politica quello che considera un "attacco alla libertà d'informazione in un quadro che vede la Rai militarmente occupata dalla destra e Mediaset che, certo, non è in linea con il centro sinistra". A questo si aggiunge quella che i dem chiamano "la mossa Ungherese del governo ". Tutto questo, viene aggiunto, "ci impone di stringere un'alleanza tra le sensibilità di questo partito. C’è un solo avversario che è la destra", si sottolinea ancora, "e la corsa a destra di Salvini e Meloni fa male all'Europa".