Non si fermano i raid israeliani nel sud del Libano. In mattinata le forze di Tel Aviv hanno colpito l'area di Nabatieh e preso di mira l'edificio del comune: tra le vittime, almeno sei, anche il sindaco Ahmed Kahil. Israele sostiene di avere distrutto decine di obiettivi di Hezbollah nell'area, e di aver "smantellato le infrastrutture sotterranee" dell'organizzazione filo-iraniana tra cui magazzini di armi e "centri di comando". Il primo ministro libanese Najib Mikati condanna gli attacchi e accusa Israele di aver colpito intenzionalmente il municipio. I caccia di Israele hanno anche colpito un edificio di due piani a Yammouneh , nella valle della Bekaa, uccidendo due persone, secondo l'agenzia di stampa nazionale libanese. E due persone sono state uccise e altre nove ferite in un altro raid sull'autostrada Rayak-Baalbek, ha affermato il ministero della Salute libanese. Diversi soldati dell'esercito libanese sono rimasti feriti.
È pronto intanto, rivela la Cnn, il piano di Israele per rispondere all'attacco dell'Iran del primo ottobre. Il governo israeliano avrebbe assicurato agli Usa che un eventuale risposta sarebbe limitata a obiettivi militari e non a impianti petroliferi o nucleari. Teheran da parte sua ha assicurato al segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, che risponderà in modo "deciso" in caso di attacco israeliano. "L'Iran, pur compiendo tutti gli sforzi possibili per proteggere la pace e la sicurezza della regione, è pienamente pronto a una risposta decisa a qualsiasi avventura" da parte di Israele, ha affermato il ministro degli Esteri Abbas Araghchi. Dopo la visita nei Paesi del Golfo e in Libano la scorsa settimana, il capo della diplomazia di Teheran si recherà in Giordania, Egitto e Turchia.
Un attacco "ai nostri siti nucleari è molto improbabile", aggiunge l'agenzia atomica di Teheran, "non avrà successo", e comunque l'Iran "può compensare rapidamente" qualsiasi potenziale danno, dice il numero uno dell'agenzia iraniana, Behrouz Kamalvandi. Sul piano diplomatico, mentre la Germania conferma che continuerà a inviare armamenti a Israele, sembra avere sortito effetto l'avvertimento di ieri di Washington a Israele: gli Usa hanno minacciato di sospendere l'invio di armi se Israele non consentirà l'arrivo di aiuti a Gaza. In mattinata, per la prima volta in due settimane, aiuti sono entrati nel nord della Striscia dove negli ultimi dieci giorni le truppe israeliane hanno lanciato nuove operazioni contro Hamas.
Secondo quanto riferito dal Cogat, l'organismo governativo israeliano che sovrintende le attivita' nei Territori palestinesi, 145 camion di aiuti umanitari, contenenti cibo, prodotti per l'igiene, latte in polvere per neonati e attrezzature per rifugi, sono entrati nella Striscia attraverso i valichi di Kerem Shalom ed Erez. Resta decisiva anche la sorte della missione Unifil, dopo i ripetuti attacchi da parte di Israele delle settimane scorse. Il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz ha detto che la missione Onu "è molto importante", avrà un ruolo anche nel dopo guerra a Gaza e ha promesso che le forze armate israeliane faranno "ogni sforzo per non danneggiarla". Su iniziativa di Italia e Francia, 16 paesi Ue che partecipano alla missione, hanno avanzato "la necessita' di rivedere le regole d'ingaggio, in modo da permettere a Unifil di operare in maniera più efficace e sicura" e ha chiesto di esercitare" la massima pressione politica e diplomatica su Israele, affinché non si verifichino ulteriori incidenti". AGI