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Sabato, 30 Luglio 2016 06:46

Marta Marzotto ci lascia il suo sorriso di classe A

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Con la morte della grande stilista Marta Marzotto icona dello stile italiano, un pezzo di storia se ne va , lasciandoci un segno profondo nella vita e nella cultura del nostro paese. 

L'annuncio della morte, avvenuta a Milano, è stato dato con un tweet dalla nipote Beatrice Borromeo: "Ciao nonita mia", scrive, postando anche la foto di una giovane Marta sorridente.Marta Marzotto è morta dopo una breve malattia vissuta nella massima riservatezza circondata dall'affetto di tutti i suoi figli e nipoti. "Abbiamo raccolto il suo insegnamento - hanno detto i figli - è stata una madre ed una nonna molto affettuosa".Dal matrimonio con Marzotto nascono Paola, Annalisa (nata nel 1957 e scomparsa nel 1989 per fibrosi cistica) Vittorio, Diamante e Matteo.

Figlia di un casellante delle ferrovie e di una mondina, vive i primi anni della sua vita a Mortara, in Lomellina, e inizia a lavorare giovanissima, dapprima come mondina, poi come apprendista sarta e in seguito come modella presso la sartoria delle sorelle Aguzzi, di Milano. Proprio nell'ambiente della moda, all'inizio degli anni cinquanta, conosce il conte Umberto Marzotto, vicentino di Valdagno, comproprietario con altri fratelli dell'omonima industria tessile.Dopo solo due anni di fidanzamento i due si sposano il 18 dicembre 1954 e dalla loro unione nascono cinque figli.

Anche dopo il divorzio continua ad usare il cognome dell'ex marito. Dalla fine degli anni sessanta è la figura femminile dominante nella pittura e nella vita privata di Renato Guttuso.Quest'ultimo, dopo averla conosciuta nel salotto dei Marchi a Milano, la rappresenta in molte opere, ad esempio nella serie delle Cartoline, un insieme di 37 disegni e tecniche miste. Il rapporto tra i due cessa improvvisamente dopo circa venti anni.Animatrice di salotti, stilista e disegnatrice di gioielli, il 21 marzo 2006 Marta Marzotto viene condannata in primo grado dal Tribunale di Varese a otto mesi di carcere col beneficio della condizionale e ad 800 € di multa, perché responsabile di aver riprodotto nel 2000, senza averne titolo, alcune opere in suo possesso, tra cui diversi quadri che la ritraggono, oltre a 700 serigrafie del pittore Renato Guttuso, i cui diritti legalmente sarebbero spettati al figlio. Nel 2011 i giudici della Corte d'Appello di Milano, nel processo sulle 700 serigrafie, hanno dato ragione alla Marzotto e allo stampatore, Paolo Paoli, perché il fatto non costituisce reato.

Non ci resta che dire che ci mancherà come stilista ma soprattutto come donna dall'animo gentile ed estroverso. Buon viaggio Marta e metttici un tocco d'arte anche in paradiso.

Esprimiamo il nostro cordoglio alla famiglia Marzotto alla quale ci uniamo al loro dolore, per la perdita della loro amata Marta.

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