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Mercoledì, 15 Gennaio 2025 07:19

Italiano arrestato in Venezuela, scomparso da due mesi

Written by  Edoardo Izzo
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Alberto Trentini Alberto Trentini

I familiari del cooperante Alberto Trentini, fermato il 15 novembre, lanciano un appello al Governo. Caracas riduce la rappresentanza diplomatica italiana, francese e olandese "per la risposta ostile" all'insediamento di Nicolas Maduro. 

I familiari di Alberto Trentini, il cooperante italiano fermato il 15 novembre dall'autorità del Venezuela e di cui non si hanno più notizie, lanciano un appello "al Governo italiano" al fine di "porre in essere tutti gli sforzi diplomatici possibili e necessari, aprendo un dialogo costruttivo con le istituzioni venezuelane, per riportare a casa Alberto e garantirne l'incolumità". In una nota diffusa dalla famiglia e dall'avvocato Alessandra Ballerini, si ricostruisce la vicenda di Trentini che si trovava in Venezuela per una missione con la Ong Humanity e Inclusion per portare aiuti umanitari alle persone con disabilità. 

Laurea in storia moderna e contemporanea all'Università Ca' Foscari, prima di collaborare con Humanity & Inclusion Trentini, di origini veneziane, ha lavorato nel campo della cooperazione internazionale in tutto il mondo: fra il 2023 e il 2024, con il Consiglio danese per i rifugiati, a Barbacoas, località della Colombia. Per gli ultimi 4 mesi del 2022 invece, sempre in Colombia, è stato, per l'Ong francese Solidarités International, field coordinator; stessa mansione che ha ricoperto per Première Urgence Internationale.

Tra il 2017 e il 2020, Trentini ha collaborato con l'organizzazione Coopi in Ecuador, Perù, Libano e Etiopia. Tra gli altri paesi dove ha compiuto missioni umanitarie Grecia, Nepal, Paraguay e Bosnia-Erzegovina.

"Alberto era arrivato in Venezuela il 17 ottobre 2024 e il 15 novembre mentre si recava in missione da Caracas a Guasdalito è stato fermato - si legge -, a un posto di blocco, insieme all'autista della Ong. Dalle scarse e informali informazioni ricevute sembrerebbe che pochi giorni dopo il fermo Alberto sia stato trasferito a Caracas e, a oggi, ci risulta 'prigioniero' in una struttura di detenzione, senza che gli sia mai stata contestata formalmente nessuna imputazione".

Nel comunicato si afferma che "nessuna notizia ufficiale è mai stata comunicata da nessuna autorità venezuelana né italiana e di fatto, da quasi due mesi, nulla sappiamo sulle sorti di Alberto, tenuto anche conto che soffre di problemi di salute e non ha con medicine né alcun genere di prima necessità". Dal suo arresto a oggi, a quanto sappiamo, nessuno è riuscito a vederlo, né a parlargli. Neppure il nostro ambasciatore è riuscito a comunicare con lui né ad avere sue notizie nonostante plurimi tentativi".

Per i familiari "è inaccettabile che cittadini italiani che si trovano a lavorare o visitare altri Paesi con l'unica finalità di contribuire a migliorare le condizioni di vita dei loro abitanti, si trovino privati delle libertà e dei diritti fondamentali senza poter ricevere nessuna tutela effettiva dal nostro Paese. Confidiamo che la Presidente del Consiglio e i ministri interessati, si adoperino con lo stesso impegno e dedizione recentemente dimostrati a tutela di una nostra connazionale, per riportare presto, incolume, Alberto in Italia", concludono.

Caracas riduce la rappresentanza diplomatica italiana, francese e olandese

Il ministro degli Esteri venezuelano ha annunciato in una nota di aver ridotto a tre il numero di diplomatici accreditati nelle ambasciate di Italia, Francia e Paesi Bassi a causa della loro risposta "ostile" all'insediamento di Nicolas Maduro per un terzo mandato presidenziale. Il comunicato aggiunge che i diplomatici avranno bisogno di una "autorizzazione scritta per allontanarsi più di 40 chilometri da Plaza Bolivar", nel centro di Caracas. AGI

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