La leader dell'opposizione venezuelana, María Corina Machado, ha confermato che non c'è stata alcuna trattativa per l'uscita di cinque dei suoi collaboratori dall'ambasciata argentina a Caracas, smentendo il ministro di Interno, Giustizia e Pace del Venezuela, Diosdado Cabello.
Per Machado la fuga dei cinque rifugiati dall'ambasciata argentina è stata "una vittoria enorme", paragonabile "al trionfo dell'opposizione nelle elezioni presidenziali del 28 luglio", perché ha mostrato "un indebolimento del regime guidato da Nicolás Maduro".
"A chi crede la gente? Al signor Diosdado Cabello e ai suoi ventriloqui o al segretario di Stato Marco Rubio, al presidente dell'Argentina, Javier Milei, o al ministero degli Esteri brasiliano, l'Itamaraty che ha negato qualsiasi accordo con il chavismo per negoziare questa uscita?", ha detto Machado.
Rubio ha definito l'operazione di questa settimana "un salvataggio di ostaggi", precisando che c'è stata "un'estrazione" dal paese dei cinque collaboratori più stretti di Machado, rinchiusi nella sede diplomatica dal 20 e 21 marzo del 2024.
"I più sorpresi di tutti, lo posso garantire, sono stati loro (il governo di Maduro)", ha detto Machado in un'intervista dalla clandestinità con la televisione TVV Network ed altri media.
L'operazione Guacamaya (questo il nome dell'estrazione data dagli oppositori del chavismo) "è stata complessa, progettata con tanta precisione ed eseguita alla perfezione", ha assicurato Machado, aggiungendo di essere "in pieno coordinamento con il governo (Usa) del presidente (Donald) Trump".
La leader dell'opposizione non ha fornito dettagli su come siano usciti i dissidenti.
"Queste sono ore molto pericolose, in cui nella loro disperazione cercano di trovare colpevoli", ha aggiunto Machado, avvertendo che continuano le detenzioni dei dissidenti. Ansa