I ministri dell’interno dei Land governati dall’Unione cristiano-democratica e sociale si sono incontrati a Berlino dov‘è emersa una linea comune: quella di bandire in contesti pubblici e nei tribunali ogni tipo di velo che copre integralmente il viso.
“Siamo d’accordo per respingere il burqa e altri tipi di veli che lasciano visibili solo gli occhi. Condividiamo lo stesso punto di vista. Il burqa non è adatto al nostro paese aperto al mondo. Mostrare il volto è fondamentale per comunicare, per le relazioni sociali”, ha detto il capo dell’Interno Thomas de Maizière.
Per la cancelliera Angela Merkel il burqa è un “ostacolo all’integrazione” l'ha dichiarato ieri. Sul bando è stato stilato un documento che rappresenta un compromesso tra le varie anime del partito di governo. Pagine che ora verranno discusse anche con il partner socialdemocratico (Spd) della grande coalizione. La strada non sarà tutta in discesa: la libertà religiosa è stata dichiarato intoccabile da una recente sentenza della Corte costituzionale di Karlsruhe. Anche in Austria, intanto, i conservatori chiedono il divieto del burqa.
Burqa vietato in Italia?
Nel nostro paese manca un riferimento legislativo preciso sull’uso del burqa e niqab nei luoghi pubblici, ma esiste una legge, la cosiddetta legge Reale, che vieta di indossare caschi o altri mezzi che non permettano il riconoscimento del volto nei luoghi pubblici. Il dibattito è ancora in corso: la legge del 22 maggio 1975, n. 152 non parla esplicitamente di velo integrale islamico è per questo che nel 2009 è stato presentato un Ddl, il 2422, che ha visto un primo sì alla Camera nel 2011 per poi perdersi tra cambi di governi e priorità diverse. Al momento dunque, in Italia non è vietato indossare burqa o niqab, a differenza di altri Paesi europei. Ma come funziona nel resto del mondo?
Burqa vietato in Europa?
L’Europa è divisa tra paesi che ammettono l’uso del burqa e del niqab nei luoghi pubblici e altri che lo hanno vietato per legge. È il caso della Francia, del Belgio e in alcuni casi in Germania, che ora come abbiamo scritto vuole estendere il divieto.
Apripista il parlamento francese che approva a settembre del 2010 la legge fortemente voluta da Nicolas Sarkozy: divieto di indossare il velo integrale su tutto il territorio nazionale, incluse strade e piazze. La pena è una multa di 150 euro e/o un corso di educazione civica; chi obbliga una donna a indossare il burqa rischia un anno di carcere e una multa da 30mila euro, pena raddoppiata in caso di minori.
Il Belgio segue l’esempio: già varata nell’aprile del 2010 ma entrata in vigore solo nel luglio 2011 per la crisi di governo, la legge vieta il velo integrale in tutti i luoghi pubblici. In Germania invece la scelta spetta ai singoli Lander: al momento sette su diciassette li hanno vietati nelle scuole pubbliche. Infine il Canton Ticino, che non è nell’eurozona ma sempre Europa è, come la Bosnia-Erzegovina, paese che ha vietato il velo integrale islamico da tempo.
Burqa vietato nel mondo
Negli altri Paesi del mondo il burqa e il niqab viene espressamente vietato: in nessun caso viene reso obbligatorio, a eccezione dell’ex Afghanistan dei talebani, che lo misero per legge. La legislazione più severa in questo ambito spetta all’Arabia Saudita, seguiti da Iran e da alcune zone dell’attuale Afghanistan e in Indonesia.
Qui le donne sono obbligate a indossare non solo il hijab, ossia il velo che copre i capelli e cinge il volto, ma anche una tunica, detta abaya, per coprire il corpo. Velare il viso non è obbligatorio, anche se qui sono molte le donne che indossano il niqab. Nel 2010 è arrivata anche una prima apertura da parte dello sceicco Aaidh al-Garni, una delle massime autorità religiose del paese: le donne arabe che vivono o visitano paesi non musulmani possono, se necessario, scoprire il volto, ammonendo allo stesso tempo a evitare il più possibile viaggi all’estero per non doversi trovare nella situazione.
Leggi contrarie esistono però anche in paesi musulmani come la Turchia e la Tunisia, dove il velo è vietato. Nel primo caso però la battaglia è al contrario, ossia per poter indossare il velo islamico. La prima apertura alle istanze religiose è arrivata dal premier turco Recp Tayyip Erdogan che nel 2012 ha voluto l’uso del velo per le ragazze turche che frequentano le scuole religiose (le cosiddette imam-hatip), aprendo poi alle professoresse, le hostess della compagnia aerea Turkish Airlines, le ragazze delle scuole elementari e medie durante le ore di Corano e le avvocate, mentre è confermato il divieto per le dipendenti pubbliche e le deputate.
Infine uno sguardo all’altra sponda dell’oceano. Gli Stati Uniti non hanno mai vietato l’uso del velo integrale islamico, anche dopo gli attacchi dell’11 settembre.
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