Lo sanno talmente bene, sindaco e giunta che la questione, per salvare il salvabile, non viene inserita all'ordine del giorno del consiglio comunale”. Lo scrive in una propria nota la consigliera del gruppo M5S a Palazzo Spada, Angelica Trenta.
“La giunta e il sindaco – continua Angelica Trenta - hanno deciso con atti unilaterali di chiudere la metà delle scuole comunali di Terni, senza far passare tali decisioni attraverso la votazione al consiglio comunale. Su questa anomalia i genitori dei bambini che si erano iscritti nelle scuole interessate, stanno già prendendo giustamente i dovuti provvedimenti di natura legale”.
“Il Movimento 5 stelle, da sempre contrario alla demolizione delle scuole comunali è sbalordito di fronte a questo modo di procedere autoritario e contrario ai principi di garanzia di un pubblico servizio, ha presentato vari atti in consiglio e in seconda commissione: ben due sono gli atti presenti all'ordine del giorno del 29 agosto, uno a firma del M5S, l'altro di indirizzo di commissione, sono stati votati e sarebbero dovuti essere inseriti all'ordine del giorno, nelle prime posizioni - come vuole il regolamento - del prossimo consiglio comunale dell'8 agosto”.
“Casualmente però – scrive la consigliera del Movimento Cinque Stelle - l'ordine del giorno deciso dal presidente Mascio, ha escluso gli atti relativi ai servizi educativi comunali, inserendo invece altri atti di commissione votati lo stesso giorno dalla commissione stessa. Il presidente non ha convocato, come avrebbe invece dovuto, alcuna conferenza dei capigruppo per quasi un mese, quindi gli atti votati un commissione il 29 agosto sarebbero dovuti tutti essere iscritti in automatico all’ordine del giorno del consiglio dell'8 settembre”.
“Attendiamo dunque una rettifica dell'ordine del giorno da parte del presidente che ha deciso di escludere senza alcuna motivazione, gli atti sui servizi educativi comunali, regolarmente inviati alla segreteria di Presidenza come da regolamento. Il presidente della seconda commissione, Francesco Filipponi del partito democratico, provveda immediatamente a risolvere la questione con il suo presidente del Consiglio, affinché gli atti vengano regolarmente inseriti e discussi nel prossimo consiglio comunale”.
“Il partito democratico – conclu8de Angelica Trenta - ci metta la faccia: questi giochetti volti ad evitare disperatamente di votare in consiglio atti che prevedono la demolizione delle scuole d'infanzia comunali, portano solo ad acuire il senso di rabbia e d’indignazione che genitori, maestre e personale impegnato nei suddetti servizi nutrono nei confronti di questa amministrazione che sta chiudendo loro la porta in faccia, oltre che togliendo illegittimamente voce ai consiglieri comunali eletti”.
“Appaiono così beffardi i tentativi del Presidente del Consiglio Mascio che, anziché rispondere alle domande della consigliera Trenta questa mattina durante la seduta di question time sullo strano caso della "scomparsa" degli atti sui SEC, prova a buttarla "in caciara" parlando di avvisi di garanzia arrivati al Movimento 5 stelle a Roma e dimenticandosi – ad esempio - di essere Presidente di un consiglio per il cui sindaco e parte della giunta sono stati chiesti dei rinvii a giudizio proprio qui, a Terni, senza andare a guardare tanto lontano; un Presidente che anziché organizzare i lavori del consiglio in modo equo e garante anche delle minoranze democraticamente elette, tenta di distogliere l'attenzione dal fatto che, la coalizione di cui fa parte e che rappresenta dallo scranno della presidenza del Consiglio, sta distruggendo i servizi pubblici, privatizzando tutto, prendendo in giro i lavoratori delle scuole comunali, i genitori e i loro figli, i quali quest'anno si troveranno le porte chiuse delle scuole d'infanzia che avevano frequentato, alla faccia della tutela dell'infanzia, dei diritti dei lavoratori, del dialogo con i territori che si troveranno privati di scuole storiche a causa di scelte scellerate del partito di maggioranza, che si spaccia per partito di "sinistra", che stipula una convenzione da 180.000 euro di soldi nostri per il Cantamaggio, ma si scorda di garantire le scuole comunali ai propri bambini, con la vergognosa scusa dei "costi"; soldi che mancano solo quando si tratta di garantire i servizi pubblici, ma non quando si cerca di dar sostegno a gruppi vicini al proprio bacino elettorale”.
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