L'iniziativa dei sindacati ionici merita un plauso e un sostegno convinto e totale. Il linguaggio e il metodo utilizzati da Cgil, Cisl e Uil per rivendicare garanzie occupazionali e temi certi per gli investimenti da realizzare nell'area di Taranto mi spingono a prendere pubblicamente posizione, ancora una volta, su un tema cruciale: lo sviluppo.
Le organizzazioni sindacali richiamano il governo ad assumere impegni precisi e lo fanno invitando tutte le istituzioni a fare squadra. I toni sono pacati ma fermi. Non c'è spazio per la demagogia, non a caso si parla di transizione da un modello di sviluppo ad un altro, fase da concretizzare sulla base di un paradigma, quello della diversificazione produttiva, che deve trovare massima condivisione e piena attuazione nel più breve tempo possibile. Questione Ilva ma non solo, dunque. La portualità, le bonifiche, il sistema dei trasporti e il futuro dell'agricoltura sono alcuni dei temi posti all'ordine del giorno dalle organizzazioni sindacali che non a caso chiedono parole di verità. Per non parlare delle risposte da dare alle diverse vertenze in atto con il destino di tantissimi lavoratori appeso ad un filo.
Ma oltre al merito delle tante questioni poste, ho molto apprezzato il metodo invocato dai sindacati: basta parlarsi attraverso i giornali, basta a far la gara a chi strappa titoloni pur di alimentare inutili protagonismi. L'invito alla Regione Puglia – e al suo massimo rappresentante - a sostenere questa battaglia mi pare così la logica conseguenza di un appello al senso di responsabilità collettivo.
A questo richiamo dei sindacati offro la mia convinta adesione, ben sapendo che in questo tipo di ragionamento un compito importante devono svolgerlo anche le istituzioni locali e quindi anche il Comune di Taranto. Ed è per questo che mi attiverò, per quello che il mio ruolo mi consente di fare, affinché questo autorevole monito non rimanga inascoltato.
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