Maria Fida Moro si scaglia contro "Esterno Notte" che andrà in onda su Rai1. All'Agi racconta la vita con il figlio Luca, destinatario delle lettere dello statista ucciso dalle Br, da "nascosti in bella vista", travolti "ogni giorno da uno tsunami".
Il Capo dello Stato ricorda il rapimento di Aldo Moro e le vittime di quel giorno: "Difensori dello Stato di diritto, della libertà e della democrazia".
"Su Open violato il segreto d'ufficio. Non affidiamo ai pm la titolarità dell'azione politica. Diritto e giustizia sono diversi da giustizialismo""Non ci faremo processare nelle piazze", dice Matteo Renzi citando Aldo Moro sul caso Lockeed nel dibattito sul finanziamento della politica.
Chi e perché ha ucciso Aldo Moro? Un interrogativo che la storia d’Italia porta con sè da quarant’anni, celato dietro i misteri, racchiuso nel “dico e non dico" di tanti interpreti, protagonisti e non protagonisti, del più grande periodo noir che è stata la fine degli anni Settanta.
Si è svolto il 9 maggio scorso a L’Aquila, organizzato dalla Fondazione Cassa di Risparmio, un Convegno commemorativo con le di Paolo Mieli, giornalista, dei professori universitari aquilani Fabrizio Marinelli e Fabrizio Politi, di Claudio Martelli, politico socialista di primissimo piano.
Durante la scorsa notte, per la seconda volta, è stato imbrattato il monumento eretto tra Via Fani e via Stresa, in memoria degli agenti della scorta di Aldo Moro, barbaramente uccisi per mano di terroristi delle Brigate Rosse.
Sono le 9 del mattino del 16 marzo 1978 quando un commando delle Brigate Rosse sequestra l’onorevole Aldo Moro attraverso un’operazione paramilitare nella quale vengono uccisi i cinque uomini della sua scorta. Proprio in quel giorno, l’Italia era in attesa del Compromesso Storico che avrebbe avvicinato la DC e il PCI nella formazione di una maggioranza destinata a superare il clima d’instabilità politica che si respirava nel paese e, in particolare, lo stallo al quale era sottoposto il parlamento da alcuni anni.
«I carabinieri Oreste Leonardi e Domenico Ricci e i poliziotti Francesco Zizzi, Giulio Rivera e Raffaele Iozzino. Difronte a questi nomi gli idioti dell’orrore che stamani hanno imbrattato la targa commemorativa di Aldo Moro, dovrebbero solo inchinarsi».
A quasi quarant'anni dalla morte. Interrogativi aperti, spaccati di orrore politico, ma anche un uomo alla ricerca di un senso, fragile e forte nei suoi ideali, consapevole di una morte annunciata.