Al momento la discussione aperta è sui collegi, con l'obiettivo di chiuderla entro lunedì. Sul tavolo innanzitutto il nodo di chi deve farsi carico dei centristi.
In questa campagna elettorale per ora Giorgia Meloni ha scelto un profilo basso. Pochi messaggi e tutti rassicuranti.
Si allarga il "campo" del centrodestra con la leader di Fratelli d'Italia che punta guidare a un governo coeso, forte, inappuntabile.Il leader leghista: "Mi piacerebbe che il centrodestra come squadra alcuni ministri, i più importanti, li presentasse agli italiani prima del voto".
Dal summit alla Camera trapela un primo accordo in vista delle elezioni. Salvini: "Decidono liberamente i cittadini il 25 settembre, la squadra sarà compatta". Poi lui e Berlusconi vanno via prima lasciando Calderoli, Giorgetti e Tajani a trattare con Meloni.
Si ritroveranno per la prima volta dopo l'incontro di maggio. Il vertice tra Berlusconi, Meloni e Salvini si terrà a Montecitorio, come ha chiesto la leader di Fratelli d'Italia. Tutti ottimisti sulla possibilità di un accordo.
La corsa al voto è iniziata, tutti i leader si sentono pronti. E c'è ancora chi spera che dopo le urne, in caso di pareggio, possa tornare utile per palazzo Chigi proprio Mario Draghi.
Il leader della Lega ha ribadito le sue critiche alle proposte di legge su ius scholae e cannabis e ha aggiunto che "nessuno ci aveva detto che all'ordine del giorno del governo c'erano la droga e gli immigrati".
Il Carroccio "farà tutto il possibile" per bloccare le proposte di legge su ius scholae e depenalizzazione della coltivazione domestica della cannabis, qualora arrivassero alla discussione dell'Aula.
I due leader, si legge in una nota "hanno rinnovato e confermato, in questa delicata fase politica, che la Lega è compatta" e prosegue nel seguire la propria linea "nell'esclusivo interesse degli italiani e coerentemente con le battaglie del partito."
La leader di FdI ha interrotto il suo comizio all'arrivo del capo della Lega: "Alla faccia loro, non faremo la fine di Giulietta e Romeo". Segnali di disgelo dopo mesi di tensioni.
I due leader sembrano mettere in pratica quelle 'convergenze parallele', coniate da Aldo Moro, che caratterizzarono una fase politica della storia italiana. Ma finito il periodo di emergenza giurano che non governeranno più all'interno della stessa coalizione.