Nel Pd c'è la necessità di intervenire nel dossier delle alleanze e della coabitazione fra Renzi e Conte. A cominciare dai territori, dove gli equilibri e i rapporti fra le forze politiche possono essere molto diversi da quelli nazionali.
Le parole pronunciate dal presidente M5s sulla fine del campo largo non sono piaciute ai vertici Pd, ora "determinatissimi" a vincere in Liguria, Emilia-Romagna e Umbria.
Fitta sequela di riunioni con fidati, parlamentari e dirigenti di primo piano del Movimento 5 Stelle per Giuseppe Conte. Riunioni da cui emerge che l'abbraccio con il renzismo resta "spettro" da evitare.
Continua a far discutere l'esclusione di Italia Viva dalla coalizione che sostiene la candidatura di Andrea Orlando. E il caso Rai pesa. I dem restano comunque ottimisti sul voto in Umbria ed Emilia Romagna.
Pd, M5s e Avs invitano il premier a fare un passo simile a quello già compiuto da Spagna, Norvegia e Irlanda nei giorni scorsi.
L'idea viene considerata un modo per allargare il consenso del partito e 'blindare' la segretaria. Ma non mancano le voci critiche.
Alle prossime europee gli altri capilista sono Cecilia Strada nel Nord Ovest, Stefano Bonaccini nel Nord Est e Lucia Annunziata al Sud.
La segretaria del Pd, dalla sede della Stampa Estera a Roma, si schiera per un'Europa "più sociale che si metta alla guida della transizione ecologica necessaria".
La segretaria del Pd chiede al presidente della Regione di "tenere lontani trasformisti, transfughi dal centrodestra e persone sul cui rigore morale vi sia la minima ombra".
Un convegno sul clima prova a rompere il ghiaccio tra i due leader dell'opposizione dopo il "caso Bari."