ANNO XIX Aprile 2025.  Direttore Umberto Calabrese

L'idea viene considerata un modo per allargare il consenso del partito e 'blindare' la segretaria. Ma non mancano le voci critiche.

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Il Professore si iscrive nella lunga lista di figure di spicco del Pd che sconsigliano alla segretaria di candidarsi: "Le pluricandidature sono un vulnus per la democrazia".

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Molti voti noti della politica, da Mario Draghi a Elly Schlein, a Bologna, ai funerali della moglie di Romano Prodi, morta all'improvviso martedì scorso mentre si trovava su un cammino francescano col marito e alcuni amici. L'ex premier: "Vissuta insieme tanta felicità".

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Lo comunica la famiglia spiegando che il decesso è avvenuto "all'improvviso". 

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"Prima di andare in pensione a me piaceva fare il premier. Questo sì che mi piaceva, ma non ho mai puntato alla presidenza della Repubblica. E non ci penso certo ora. Peraltro, quegli oltre 101 che in Parlamento votarono contro di me, ci sono ancora": 

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ROMA – “Non ho mai ritenuto la Corea del Nord un elemento che possa far scoppiare l’umanità. La Corea del Nord ha dei suoi limiti, è in mano alla Cina, quindi è più il rapporto tra Cina e Usa che è importante”. Lo dice in una intervista a Radio Radicale l’ex presidente del consiglio e dell’Unione Europea Romano Prodi.

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Lunedì, 23 Gennaio 2017 07:08

L’Ulivo legale di Romano Prodi

Romano Prodi sprona il Pd, secondo Eleonora Capelli in la Repubblica di domenica 22.01.17: “L’Ulivo si può rifare”. Benissimo: basti che il partito democratico, nato dall’unione di democristiani e comunisti nell’Ulivo, fondato da Prodi, si renda legale, e la coalizione riprenderà vita e vigore, disincaglierà l’Italia dalle secche del sottosviluppo liberando il popolo italiano dei lacci e lacciuoli che lo avvinghiano.

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Roma - C'è un tratto che, più di altri in questa fase, accomuna politicamente Paolo Gentiloni alla famiglia Gentiloni Silverj, da cui discende: la riforma elettorale, che nel 1912 spinse Ottorino Gentiloni, capo della Unione elettorale cattolica italiana, a stringere un accordo (il 'patto Gentilonì) con l'allora presidente del Consiglio, Giovanni Giolitti, per il superamento del 'non expedit' di Pio IX e aprire ai cattolici italiani l'ingresso nella vita politica.

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