C’è chi in rete si preoccupa di capire cosa si scrive. Eh si, scrivere! Si potrebbe a lungo discutere sul senso proprio delle parole. Sei scrittore perché scrivi? Diventi “storico” solo perché hai scritto e raccontato il passato, magari anche vissuto? Mi viene da fare queste domande, che sono implicite alla raccomandazione conclusiva del volumetto di Tiziana Iaccarino: “Come promuovere un libro”. L’autrice si richiama alla coerenza intellettuale, perché: “l’arte, dopotutto, non un gioco e non può essere relegata a hobby: essa merita decisamente di più...” Quindi se non è solo un passatempo e se vuole diventare qualcosa di più allora serve davvero una azione di marketing strategico vero e proprio. Il libro è proprio suddiviso in capitoletti che affrontano tutti gli aspetti della promozione, dalla strategia pubblicitaria alla comunicazione. Particolare interesse suscita anche la definizione dei vari target obiettivo, il ruolo degli amici e parenti nel marketing operativo, le presentazioni pubbliche, una sorta di definizione degli stili di linguaggio finalizzati, brochure o volantini, e poi il web e tutto quello che vuole significare come reti sociali e tutto il resto.
Leggevamo un forum sul tema, a proposito del POD, sigla che riguarda il cosiddetto Print ond Demand, quei siti che consentono auto pubblicazione di libri. L'autrice di quel forum scriveva che una delle caratteristiche dello scrittore è quella di puntare all’arte, non scrivere per guadagnare e distingueva gli autori scelti dall’editore, che investe su di lui, e gli autori che si pagano la propria pubblicazione anche se in parte. Un merito non indifferente, se giustamente osservato dal lato dell’editoria di qualità. In questa classifica – assai discutibile - ci sarebbero gli "Scrittori" scelti e quelli che si auto-propongono nel mare della mediocrità e che dovrebbero indicare in copertina– questa la richiesta - la compartecipazione alle spese per il libro.
Come si può ben vedere, anche in questa digressione da “rete”, c’è un tantino di diffidenza.
La Iaccarino, che pure è una scrittrice affermata, dice tutt’altro nel suo libro: anche se sei sconosciuto è assai certo che devi sudare, ma senza scoraggiamenti, basta metodo e tutto può davvero funzionare. E a vederla dal punto di vista dei contenuti, al di là dello scopo che si prefigge lo “scrittore”, se è arte o semplice divulgazione, informazione, c’è sempre uno che sarà alla fine il vero giudice, il lettore. A lui e per lui vivono gli editori, e poi un poveraccio che non ha soldi per pagare un tipografo, ma ha la testa che gli scoppia per le cose da dire che fa? Quindi sgombriamo il campo da ogni stupida classificazione; se vendi e ti leggono, per coloro sarai scrittore, se non vendi lo sarai per te stesso. Non ci può essere sempre altro retro fine, altrimenti si blocca la creatività.
Ma se a tutto questo aggiungi i consigli su come «promuovere il libro», allora diventa tutto più facile. Questo discorso riguarda soprattutto i giovani che si cimentano con questo nuovo stadio della creatività e che devono districarsi con questo mondo editoriale che è un mare. L'autrice nel manuale indica il mondo della distribuzione come un sistema chiuso e offre consigli su come entrarci, anche se sei un perfetto sconosciuto.
Seguiamo la terapia della nostra autrice: “ l’arte è passione, ci aiuta nei momenti in cui abbiamo bisogno di esprimerci ed è giusto considerarla con il dovuto rispetto”. E facciamolo pensando ai grandi del passato, che scrivevamo ed erano poveri, ma hanno consegnato alla storia dell’umanità i loro capolavori.