Incontro tra governo e sindacati a Palazzo Chigi. Il colosso siderurgico indiano detiene il 62% di Acciaierie d'Italia, mentre la partecipazione pubblica di Invitalia è al 38%. L'obiettivo dell'esecutivo è la continuità produttiva dello stabilimento. Nuovo tavolo il 18 gennaio.
Il più grande polo siderurgico italiano da mesi necessita di un'iniezione di liquidità e di una prospettiva di sviluppo aziendale che guardi alla riconversione degli stabilimenti. Prosegue intanto l'inchiesta sulle emissioni.
Il dl apre alle imbarcazioni solo se "il porto di sbarco assegnato è raggiunto senza ritardo per il completamento dell'intervento di soccorso". Per i comandanti che violano la norma sanzioni da 10 mila a 50 mila euro e confisca del natante in caso di reiterazione.
"Aver messo in cassa integrazione 1000 lavoratori nel giro di una notte senza neanche un pravviso, come successo all'ex Ilva di Taranto, mostra ancora una volta l'inaffidabilità di ArcelorMittal. Avevamo denunciato già le scarse misure di sicurezza attuate dall'azienda durante la pandemia, ma nonostante questo l'impianto ha continuato a produrre.
“La sentenza del Tar di Lecce ha di fatto bloccato l’ordinanza del sindaco di Taranto che avrebbe portato allo stop delle attività dell’ex Ilva. Ma questo non significa che i giudici abbiano accertato la mancata sussistenza della motivazione alla base della misura del sindaco, ossia il rischio sanitario rappresentato dallo stabilimento.
"Come denunciato dai lavoratori, nell'ex Ilva di Taranto non vi sarebbero le condizioni di sicurezza per evitare la diffusione del Covid-19 all'interno dello stabilimento.
"L'accordo sottoscritto oggi tra ArcelorMittal e i commissari governativi deIl’ex-Ilva è una resa alla multinazionale. Le condizioni fanno pensare a una separazione consensuale più che a un piano industriale: ArcelorMittal ottiene una vantaggiosa penale di 500 milioni per un eventuale disimpegno.
Bene ha fatto il Sindaco Melucci a scrivere al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ed ad ORDINARE ad Arcelor Mittal Italia ed ILVA Spa in amministrazione straordinaria di intervenire sugli impianti inquinanti, pena la sanzione della fermata degli stessi; per ribadire il concetto che la produzione industriale non può essere fatta a danno della salute dei cittadini e dei lavoratori.
"Oggi la Commissione europea ha pubblicato le sue raccomandazioni sull'Italia e in particolare sul nuovo Fondo Ue per la transizione giusta.
“Basta soldi pubblici all’industria dei veleni, ora è il momento delle bonifiche e di un maxi risarcimento alla città di Taranto. I nuovi fondi per la ‘transizione giusta’ devono essere impiegati per Taranto e le bonifiche, non per la produzione dell’Ilva”.