Cari concittadini, ecco ci siamo: da domani ultimi cinque giorni di campagna elettorale e poi silenzio di riflessione e domenica prossima il voto.
Il meteo di Padova dice sereno, ed io esule tarantino voglio essere sereno, anche se in questa domenica leggo nella stampa locale che adesso i politici tremano.
Gentili concittadini, qui a Padova, il vostro esule tarantino, vi saluta tra bombe d’acqua, di questa tarda primavera che assomiglia, talvolta, a una torrida estate, talvolta a una coda di inverno.
Cari concittadini, dall’ultimo corsivo sulle elezioni amministrative è passato un tornado e tutte le certezze sono cascate come un castello di carta.
Cari concittadini lontani, da Padova vi scrivo il settimanale corsivo che ha nel titolo un vecchio proverbio che spiega ora questa particolare situazione della mia città quando spira vento dal Nord, bisogna chiudere le finestre, non fare corsette mattutine, evitare di respirare.
Cari concittadini, dalla mia Padova vi scrivo questo corsivo settimanale prendendo spunto dalle note vicende tarantine, quei giochi della politica malsana, che appare anch’essa vittima dell’inquinamento che confonde le meningi.
L’aria di fine febbraio sa meno di inverno e non ancora di primavera. Nel limbo meteo, da questa Padova che mi ospita da quando il pediatra è sindaco di Taranto, riprendo il corsivo domenicale.
Ringrazio quanti mi inviano tramite posta elettronica ritagli di giornali e notizie su quello che accade a Taranto e mi consente di fare considerazioni da Padova, dove vivo in esilio, da quando il pediatra è diventato Sindaco.
Sarà perché sulla via di Damasco ha udito una voce, forse perché raggiunto dal coro che gli gridava pensa ai bambini, quando diceva nell’incontro con Renzi, grazie a me;
Carissimi amici del corsivo domenicale, il Piero della canzone per la nostra città, da noi esuli ancora più amata è il Piero Bitetti, di taratura renziano, ex lista Florido, ex, ma molto ex consigliere della signora Di Bello.