Diciamolo subito, da cronista non mi schiero, sono un po’ sardina anch’io, ma nel senso che, mutuando il messaggio dei suscitatori del movimento ittico, non depongo simpatie per singoli partiti, essendo anima critica comunque per tutti, qualunque cosa accada.
Le nostre democrazie liberali hanno bisogno di un'anima e di una mente che agiscano in permanente collegamento l'una con l'altra. Siamo di fronte ad una crisi di rappresentanza e i populismi e la demagogia, due facce della stessa medaglia, prosperano in questo vuoto.
Il partito di Matteo Renzi fa la sua comparsa nella nostra Supermedia agitando le acque dei sondaggi in cui nuotano le forze politiche. Chi ha perso consenso? Chi resiste? Cosa dicono i dati
La giornata di oggi vede il Presidente Mattarella solo con la Carta, scrive Repubblica nel suo editoriale, rappresentando l’ansia del nostro tutore delle Istituzione davanti a partiti divisi e rissosi.
Salvini punta alle elezioni a ottobre. Zingaretti dice "no" a un governo politico. Tajani avverte: "Senza di noi Lega e Fdi non conquisterebbero seggi al Sud". Il M5s rilancia la misura sul taglio dei parlamentari
La Lega apre, il no di 5 Stelle e Pd, di Maria Teresa Meli. La domanda –cambiare il finanziamento di chi non esiste- può avere tutte le risposte che hanno lo stesso valore: zero! [la legge fa esistere chi si finanzia nella legge solo attraverso la legge].
La Supermedia dei sondaggi di questa settimana mostra una stabilizzazione delle formazioni che hanno vinto le elezioni e una ripresa del centrosinistra
Ho aspettato qualche ora prima di esprimere un giudizio sulla crisi politica e istituzionale che ha travolto, improvvisamente l’Italia. Mattarella esercita le sue prerogative ex art.92 della Costituzione e Di Maio, sentendosi defraudato di un suo diritto, minaccia la messa in stato di accusa del Presidente della Repubblica, ex art.90 della medesima Costituzione, trasformando una crisi politica in crisi istituzionale.
La politica italiana deve rispettare la costituzione Italiana. Chi pensa che ci siano retro-pensieri oppure chissà cosa nel presidente Mattarella, lo fa col senso di appartenenza ad un partito, non certo col senso della verità.
Il Movimento 5 Stelle otterrebbe oggi il 34%; la Lega, con il 23%, diverrebbe secondo partito, guadagnando oltre 5 punti: sono i dati che emergono dal Barometro Politico di maggio dell’Istituto Demopolis