Àmo, hamo, hamu
Il filo àmoit < hamolat < hamuzum è il più chiaro trovato a comprovare il legame etimologico italiano < latino < zumero(-accado) e ad illustrare insieme il fatto che il tempo cambia leggermente il senso dei termini nella forma che resta uguale.
Gesù esultò nello Spirito Santo e disse: «Io ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, che hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, Padre, perché così a te è piaciuto[1]-.
Sag.gi = ‘teste nere’ in zumero; alt.: Sag.ig = ‘teste aperte’. Secondo voi, lettori, i zumeri, che si identificarono con sag.gi, cosa intendevano?
La Treccani definisce[1] paideia greco ‘educazione’: paideiaTraslitt. dal gr. παιδεία, der. di παῖς παιδός «ragazzo». Il termine, che nell’accezione originaria è l’equivalente di «educazione», assunse ben presto in Grecia il significato di «formazione umana», per arrivare poi a indicare il contenuto e il risultato di tale formazione, cioè la cultura nel senso più elevato e personale.
Tu stavi osservando, o re, ed ecco una statua, una statua enorme, di straordinario splendore, si ergeva davanti a te con terribile aspetto.
La Solennità di Cristo Re, che segna la fine dell’anno liturgico, nella Chiesa cattolica, nella Chiesa luterana ed in altre denominazioni cristiane, indica un ricordo particolare di Gesù Cristo visto come Re di tutto l'universo.
Abbiamo visto ‘il nome della rosa’ celato nel nome di Sargon il Grande[1], di Akkad, il primo imperatore della storia.
Un tale Eleàzaro, uno degli scribi più stimati, uomo già avanti negli anni e molto dignitoso nell'aspetto della persona, veniva costretto ad aprire la bocca e ad ingoiare carne suina.
In questo 17.11.17 parto da una considerazione semplice di Gesù. Dice: chi è attaccato alla propria vita terrena e cercherà di salvarla la perderà, chi invece la perde in qualcosa di importante la salverà[1].