Il dottor Andrea Fabbo, il professore Rabih Chattat e la dottoressa Patrizia Bruno sono stati i relatori che hanno delineato un tema che dovrebbe essere davvero di dominio pubblico. Proveremo a farlo con questo articolo.
Non ci si può nascondere più dal problema, sarebbe anche colpevole per quanti occupano posti pubblici perdere ulteriore tempo; le malattie degli anziani, con l'invecchiamento della popolazione, potranno diventare uno tsunami sociale che si riverserà sul welfare comunale se non affrontato, passo dopo passo e per tempo.
Andrea Fabbo, Direttore della struttura complessa di Geriatria-Disturbi Cognitivi e Demenze. Ausl di Modena, ha posto in evidenza il tema: il support post-diagnostico e gli interventi di cura nella demenza.
Il dato da cui parte il dr Fabbo è davvero allarmante e parte dal grido dell'OMS: in 30 anni è previsto il raddoppio dei malati. Attualmente 17 milioni di persone diventeranno 41 milioni. Una bomba da 1000 miliardi di dollari l'anno pronta a esplodere.
Per procedere col dovuto passo celere tre sono le priorità:
1) identificare le persone con demenza; la diagnosi precoce è salvavita, spesso chi è malato non lo sa, oppure si nasconde e a questo deve essere destinata l'attenzione pubblica e sociale;
2) aiutare le persone a vivere bene nella comunità, con una pluralità di comportamenti da assumere collettivamente;
3) superare la carenza strutturale dei servizi sanitari e di lungassistenza, sopratutto al Sud.
Da qui non si può scappare, i tre punti, su ciascuno dei quali si può parlare per ore, devono diventare agenda istituzionale per rispondere all'allarme di cui sopra.
Il dottore modenese è lineare nell'esposizione; lui individua la malattia nelle 4 fasi, quella lieve iniziale, quella moderata, quella grave e alla fine l'ospedalizzazione. Ciascuna fase deve prevedere una pluralità di comportamenti diversificati. Mantenendo sempre una costante, il modello di riferimento non è l'ospedale ma la casa, non è la malattia ma la persona. Creare intorno al malato l'attenzione a quello che resta di memoria in lui per esercitare l'intervento.
Su questo aspetto è intervenuto il secondo relatore Rabih Chattat, Professore associato confermato presso il Dipartimento di Psicologia dell'Università di Bologna. A lui toccava proprio il tema dei Centri di incontro dopo le incursione del dirigente Ausl che aveva sciorinato i dati dell'efficientissimo servizio sanitario modenese.
Chattat parla di Diagnosi Psicosociale. Se dovessimo tradurre per i lettori meno esperti dovremmo parlare di quello che accade fuori dall'ospedale, nell'umanità diffusa. Lui parte da lontano e fa bene. Da buon psicologo, non strizza cervelli, il suo è un approccio morbido; parla di salute intesa come abilità di adattarsi e autogestirsi in una sorta di equilibrio e tutto questo porta al benessere.
E fa un esempio di come una mancanza di autogestione porta a smarrimento: se dieci persone ti dicono che non vali nulla ti convincerai che è così, viceversa se ti dicono che sei stupendo ti sei sentirai tale. La piramide allora, con tale approccio si riversa in quello che è la salute fisica, salute mentale, salute sociale, con tutti gli approcci che seguono.
Un concetto centrale della sua ricca esposizione ci piace, quando nel suddividere il processo della malattia nelle fasi: lenta (iniziale), moderata e avanzata ci dice che occorre per ciascuna fase individuare le risorse residue per insistere su quelle. Questo è l'approccio del Centro di Incontro. L'altro aspetto è intervenire su malato e caregiver nello stesso tempo, ma con un'atteggiamento sociale che tenda alla gentilezza. Ci è davvero piaciuto questo prezioso egiziano oramai italiano, per nostra fortuna, per la sua capacità espositiva e per come ha sottolineato l'importanza del fare, fuori dagli schemi sanitari, tutto quello che serve per calzare a pennello su ciascun paziente, come se fosse un vestito su misura, l'intervento personalizzato. Senza improvvisazioni, leggerezza e banalità
Toccava alla terza relatrice, la dottoressa Patrizia Bruno medico - geriatra del Centro Demenze ASL Na2 parlare del centro di incontro. E qui la serata è diventata frizzante in quanto le slide sono diventate anche immagini del centro di incontro del comune di Villaricca, nell'Hinterland napoletano che è diventato con delibera: Dementia Frieldly Community.