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Mercoledì, 09 Novembre 2016 05:54

Lettera aperta a De Lorenzis in risposta al comunicato sul porto di Taranto e il suo dirigente Prete.

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Qualche giorno fa, ho avuto modo di leggere un articolo su un quotidiano dell’on. De Lorenzis. Credo che l’On.le De lorenzis, debba informarsi ulteriormente, prima di fare determinate affermazioni che riporto successivamente: … nessuna trasparenza sulla nomina del dott. Prete a Taranto, nonostante una certificata mala gestione del suo vecchio mandato dalla Corte dei Conti Europea!

La cosa veramente aberrante è che, nonostante tutti i suoi fallimenti di gestione appurati da un ente indipendente, il dott. Prete gode del sostegno incondizionato da parte della Regione e del Governo e noi del Movimento siamo gli unici a segnalare le criticità nella gestione di enti pubblici tanto importanti come le autorità portuali e a maggior ragione in nodi cruciali nella programmazione Europea come Taranto!

Per quanto riguarda la nomina del Prof. Avv. Sergio Prete, voglio ricordare che è stato scelto tra più candidati, ovviamente dopo una seria valutazione da parte degli enti competenti. Onorevole, credo che Lei debba perdere qualche minuto per leggere il curriculum del Prof. Avv. Sergio Prete. Nel caso non l’abbia fatto, mi permetta di suggerirle di scaricarlo dal sito dell’Autorità portuale di Taranto.

Onorevole, credo che leggendo il citato curriculum troverà le motivazioni della scelta.

Per quanto attiene la tanto sbandierata relazione della Corte dei Conti europea, per non influenzare nessuno, riporto testualmente quanto ivi riferito al porto di Taranto: “il Terminal Contenitori del porto di Taranto è entrato in funzione nel 2002. Il progetto ha portato a volumi di traffico considerevoli subito dopo l’avvio delle attività del terminal. I volumi, però, sono diminuiti a partire dal 2006. La rotta di navigazione con scalo a Taranto ha smesso gradualmente di servire il porto; inoltre, la società che gestiva il terminal è stata incorporata in un gruppo avente sede in un porto limitrofo concorrente (Pireo) e ha cessato le attività a Taranto nel giugno 2015. L’accordo di concessione tra il gestore del termi­nal e l’autorità portuale di Taranto prevedeva che quest’ultima intraprendesse ulteriori lavori infrastrutturali, ad esempio di dragaggio, che però non sono mai stati eseguiti. Nel porto di Taranto, durante il periodo di pro­grammazione 2000-2006 sono stati investiti 38 milioni di euro di finanziamenti UE in un terminal di trasbordo e nei collegamenti con l’entroterra. Il terminal è attualmente inutilizzato”.

Riesce a spiegare allora come può attribuirsi la responsabilità ad una gestione iniziata a meta del giugno 2011 - con la crisi di TCT già in corso e con lo spostamento delle navi di Evergreen al Pireo già deciso - quando la concessione è stata rilasciata nel 1998, il finanziamento esaminato è stato effettuato nel periodo di programmazione 2000-2006 e la Corte attesta che i traffici sono diminuiti già a partire dal 2006?

Voglio ricordare a chi ha memoria corta che nel periodo 2001 – 2011 sono stati avviati lavori per complessivi Euro 35 Mln., mentre dal giugno 2011 ad oggi, con una normativa di riferimento molto più complessa, sono oltre 420 mln, tra i quali proprio il dragaggio aspettato dal 1998. Inoltre, sono state avviate e concretizzate alcune importanti iniziative tese allo sviluppo e diversificazione dei traffici portuali. 

I dati relativi ai primi 9 mesi del 2016, inoltre, sono molto incoraggianti (+ 17.4%). 

Onorevole, il porto di Taranto è oggi un cantiere aperto nella sua totalità, considerando tutti gli interventi in atto e comincia a ripopolarsi con operatori di primario livello internazionale. Ora che ho giustamente dedicato questo mio tempo a risponderle nella maniera più consona al mio modesto ruolo, Le chiedo, nella maniera più pacata possibile: ha mai messo piede nel porto e quali referenze tecniche possiede in materia? 

 

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