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Martedì, 07 Febbraio 2017 05:59

Euro 2017 – Maastricht e Roma anniversari con pochi dubbi allora e tanti problemi oggi

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Due gli anniversari, che dovevano rappresentare una svolta importante nelle prospettive del nostro continente. I 25 anni domani dalla firma del Trattato di Maastricht e, a marzo i 60 anni da quelli sottoscritti a Roma.  Sulla necessità di apportare se ancora c’è tempo, profonde modifiche a Maastricht i dubbi sono pochi, anche se l’opposizione dei paesi del Nord Europa, della Germania in primis sono rilevanti e determinanti.

Nell’enfasi generale di entrare nella moneta unica le voci, in opposizione furono poche, ma molto autorevoli e competenti. Due governatori di Banca d’Italia, Baffi e Fazio. Entrambi economisti il primo anche accademico e il secondo allievo di Modigliani. Entrambi assoggettati ai travagli di vicende drammatiche. Baffi perché si oppose a Sindona e i piduisti nostrani, che volevano salvarlo e fu l’unica presenza istituzionale ai funerali di quel grande personaggio, che fu l’avv Giorgio Ambrosoli assassinato su commissione di Sindona. Fazio invece è stato assolto, in via definitiva dalla Cassazione dopo altre due sentenze favorevoli in Appello dall’accusa di aggiotaggio nella vicenda Unipol-Bnl. Baffi, in un articolo sulla Stampa evidenziava i rischi e le contraddizioni della costruzione di un’area valutaria falsamente ottimale.

Fazio in due articoli sull’Avvenire ci porta, a conoscenza di alcuni fatti successi nel 1996 quando, a sua insaputa il Governo quindi Prodi/Ciampi decisero di rientrare nel Sistema Monetario Europeo dal quale si era usciti, per l’incapacità di tenere il cambio.  

Né Baffi né Fazio furono ascoltati! Fazio spiegò inutilmente in audizione parlamentare “entriamo, ma il problema è come restare nell’euro. Quando si perde la manovra del cambio, si dovrebbe riacquistare una flessibilità del costo del lavoro e della finanza pubblica (..). Ogni anno perderemo qualcosa in termini di crescita rispetto agli altri Paesi». Aggiunge nell’articolo su Avvenire “Quello che muove l’economia sono gli investimenti produttivi: sono diminuiti in Italia tra 2006 e 2014 del 27%, nel resto d’Europa sono aumentati”.

I limiti del Trattato sono evidenti e gravi nei piccoli e nei grandi avvenimenti. Nei grandi perché nel Trattato di Roma del 1957 l’obiettivo dell’Unione è lo sviluppo economico. Un principio del Trattato inoltre, che deve presiedere alla politica economica è quello di sussidiarietà. Ogni componente della Unione deve attuare la politica, che ritiene più adatta al suo sistema economico e alle sue istituzioni e coordinarsi con gli altri per realizzare il fine comune dello sviluppo economico. Principio rinnegato da provvedimenti come il Two e Six Pack e soprattutto dal Fiscal Compact. L’Ue attraverso il suo braccio operativo, la Commissione deve aiutare gli Stati, che non riescono a inserirsi favorevolmente nel processo di crescita. Dov’è finito il principio di sussidiarietà? Per quale motivo si sanzionano i deficit e non i surplus parimenti regolamentati nei Trattati?

E’ accettabile, che in un momento drammatico della storia di questo Paese si richiedono correzioni del due per mille di PIL e nel contempo si critica l’alto rapporto debito/PIL? Accettabile, che non si completi la riforma della Vigilanza bancaria perché solo riconoscendo un limite di possesso delle obbligazioni pubbliche detenute dalle banche come richiesto dalla Germania, si completerà la riforma?bcaf08f414b3eb061441a2576d87b924

Una Vigilanza bancaria UE, che interferisce pesantemente con la politica monetaria espansiva della BCE resa concreta attraverso l’acquisto di obbligazioni a colpo di 80 mld di euro al mese? Ora siamo al punto di rottura! Lontano il tempo di quando Draghi gridò: “Siamo pronti a fare tutto il necessario per salvare l’euro. Nessun Paese uscirà da Eurozona” invece una settimana fa lo stesso Draghi rispondendo, a un europarlamentare ha affermato che basta pagare per uscire dall’euro. L’euro di colpo è diventato reversibile! Contestato su questo aspetto tecnico, che sarebbe lungo trattare (saldi Target 2 tra Banche Centrali e BCE). Gli ha fatto eco la Merkel affermando, che sarebbe meglio un’Europa a “due velocità” ovvero un euro a due velocità. Insomma la casa sta andando a fuoco!!

Non sarà un caso che sia Mediobanca, che Unicredit hanno redatto uno specifico rapporto sulla permanenza dell’Italia nella zona euro. Mediobanca afferma, che considerati i problemi, l’Italia si sta avviando verso una tempesta perfetta, innescata da un insieme di problemi che stanno per esplodere. Che cosa succederà quando la BCE inizierà a ridurre il programma di acquisto titoli, e le nuove regole costringeranno le banche italiane a ridurre di 150 miliardi di euro la propria esposizione verso i titoli di stato? Prospettive da incubo si stagliano sull’orizzonte prospettico italiano. 

Gli uomini come me, che hanno creduto nell’UE ora, si convincono, in un sofferente disincanto che Stati Uniti d’Europa, euro, integrazione, globalizzazione, solidarietà erano tutti falsi mantra studiati, per sottrarre ai popoli la propria sovranità, sequestrando il loro diritto di decidere i propri destini trasferendoli a tecnocrazie autoreferenziali da nessuno eletti. 

Tecnocrazie ciniche e con l’obiettivo di favorire grandi lobby di interesse soprattutto legate alla finanza speculativa globale. Molte probabilità inducono a ritenere, che si arriverà a un azzeramento dell’Unione con molti anni di sofferenza, per recuperare le ferite inflitte a cittadini, economia e istituzioni. Esito questo prodotto da una classe politica, che si era affidata a governatori e direttori di Bankitalia oltre ad accademici divenuti manager pubblici e poi capi di esecutivi comunitari, pregni del pensiero economico neoclassico, perdente ma ancora capace di generare danni ai popoli del pianeta. Speriamo solo, che quando in Europa suonerà la tromba del silenzio, i responsabili del disastro ancora in circolazione siano presi a pernacchie quando inevitabilmente com’è nel DNA di costoro, cerchino di operare la solita ripugnante trasformazione.

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