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Mercoledì, 28 Giugno 2017 00:00

Taranto - Melucci sindaco, ora dimostri che è davvero per il cambiamento, la città ne ha bisogno

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Lo diciamo sottovoce, quasi, rispetto ai toni di esultazione di una viceministra che ragiona troppo da appartenenza al PD, e non guarda al fatto che dopo Stefàno, la città non crede più al cambiamento e solo il 15% ha eletto il sindaco, peraltro con 900 voti di scarto.Un terribile gap da recuperare.

 Ancora titoli sbagliati e negativi per la Baldassari che viene indicata come quella che non accetta il dato, dice che Melucci non è il sindaco di tutti. Noi che siamo sempre legati a quello che vediamo, sul profilo fb della ex candidata, ora di nuovo direttrice di Via Speziale, leggiamo ( e lo leggiamo solo noi?): " i tarantini hanno scelto e da questo momento Melucci dovrà essere il sindaco di tutti. Ora maggioranza e opposizione lavorino insieme per il bene della città perché c'è una democrazia da ricostruire partendo proprio dal dato drammatico dell'astensionismo. Io resto al servizio della mia gente nella consapevolezza che questa esperienza e gli sforzi di tutti i miei amici e sostenitori infaticabili, generosi e appassionati, non saranno vani. Andremo avanti e saremo vigili e attenti senza perderci di vista, come si fa in una famiglia che deve ricominciare a stare insieme in nome dei valori comuni. A tutti coloro che mi hanno accompagnato in questa esaltante avventura voglio dire: mi avete commossa e mi avete riconsegnato una speranza portando l'amore disinteressato per la propria terra ad un passo della vittoria. Restate così perché siete la Taranto bella! Grazie a tutti". Non sembrano toni di guerra, tutt'altro. Ci aspettiamo che la stampa tutta e non solo noi sappia leggere e non segua solo i giudizi affrettati. Pensiamo dunque all'altro dato, l'astensione richiamato dalla Baldassari.

Questa è una città che ha avuto nel corso degli anni e per lungo tempo un sindaco come Cito che al secondo mandato, fini nella bufera giudiziaria e il suo sindaco De Cosmo arrestato. Poi abbiamo avuto la Di Bello che al secondo mandato pur vincendo facilmente un'elezione che il Pds perse con Ludovico che faceva gli spot col viagra e non aveva capito il dissesto,  fu costretta a dimettersi per la vicenda dell'inceneritore.

Dopo il commissariamento, e dopo un lungo periodo di sfascio istitituzionale il pediatra Stefàno fu visto davvero come il salvatore. Chi ricorda i comizi in Piazza della Vittoria? Invece fini anche lui con il manuale Cencelli degli assessori scelti sulla base delle preferenze e non del profilo personale, fino a fare degli assessorati una sorta di lavoro a tempo per giovani laureati. Per non parlare dell'Amiu per cinque anni in mano a un Cda tutto politico che ha contribuito a peggiorare il dissesto.

Lo scrive il collega Ferrari su Taranto Buonasera che dai profili degli assessori si capirà se il giovane imprenditore farà sul serio, o farà il solito balletto degli assessori fra i consiglieri per far scalare i delusi non eletti e aumentare la clack oppure, come sottolinea sempre Ferrari, resterà subalterno ai disegni dell' Emiliano anti Renzi, che vuole sperimentare a spese della città, nuove alleanze di centro-sinistra per dare segnali a Roma.

Noi ricordiamo come ieri, problema d'età, tranquilli, l'architetto Nicolini che come assessore attraversò tre sindaci di Roma, Argan, Petroselli e Vetere e invento l'Estate Romana. Perché l'assessore deve essere punto di riferimento del sogno del sindaco e della città e non di una parte politica, partitica, interagire con una struttura tecnica del comune o dei dirigenti che i neofiti incompetenti se li mettono nel taschino: “…assessore, secondo me…” Pensate all'assessore all'Annona che decide sul piano del commercio, pensate a quello della Cultura che deve far alzare il livello, pensate, pensate.

Diciamolo seriamente, personalmente crediamo che l'astensionismo sia legato alla profonda delusione del Sindaco uscente che nei dieci anni non ha cambiato nulla, e in molte cose - la trasparenza - addirirttura peggiorato, per cui la città non crede più che sia possibile un cambiamento, altrimenti non sarebbero andati al ballottaggio il 22 e il 17%. Se questo o se quanto detto durante la campagna elettorale non sarà subito evidente lo vedremo subito e saremo qui a raccontarlo, come racconteremo il cambiamento. Melucci ci ascolti. E ascolti la città.

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