"Jesus Medina, Roberto Di Matteo e Filippo Rossi sarebbero accusati di aver fatto entrare attrezzature audiovisive senza autorizzazione", ha fatto sapere il sindacato su Twitter, senza fornire ulteriori dettagli sulle testate per cui lavorano i giornalisti. Il sindacato venezuelano ha invitato le autorità a fornire "informazioni reali" sui tre cronisti, che non hanno fatto più sapere nulla dopo essere stati fermati venerdì pomeriggio.
La Farnesina al lavoro - L'ambasciata d'Italia a Caracas, in stretto raccordo con la Farnesina, segue fin dal primo momento il caso del fermo del connazionale Roberto Di Matteo. In stretto contatto con le autorità locali, si precisa, la l'ambasciatore Silvio Mignano, si è prontamente attivata per prestare al connazionale tutta l'assistenza necessaria.
In aumento gli arresti di giornalisti in Venezuela - Il carcere di Tocoron è tristemente noto in Venezuela per i suoi ripetuti episodi di violenza e diversi altri crimini ed il governo non è ancora riuscito a pacificare. La Sociedad Interamericana de Prensa ha stimato che l'anno scorso le intimidazioni e gli arresti arbitrari contro i giornalisti sono aumentati. In Venezuela, il Colegio Nacional de Periodistas ha denunciato un'ondata di attacchi contro i giornalisti in particolare mentre coprivano le proteste dell'opposizione anti-chavista, tra aprile e luglio.
#ALERTA Jesús Medina, Roberto Di Mateo y Filippo Rossi serían acusados de ingresar equipo audiovisual a Tocorón sin autorización #7Oct pic.twitter.com/AEd1XJj8fF
— SNTP (@sntpvenezuela) 7 ottobre 2017
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