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Giovedì, 02 Novembre 2017 00:00

Chi sono e cosa fanno i 16 migliori ricercatori italiani under 40 negli Usa

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 Il riconoscimento da parte del Issnaf, una fondazione che riunisce 4mila ricercatori e docenti italiani in Nord America. Saranno premiati a Washington il 7 novembre 

Si occupano di medicina, scienze ambientali, astrofisica. Collaborano con le università e i laboratori più prestigiosi al mondo e spesso progettano di tornare in Italia. Sono i 16 migliori ricercatori italiani under 40 che lavorano negli Stati Uniti. Sono i finalisti degli Issnaf Award, il riconoscimento messo in palio dalla fondazione che riunisce oltre 4mila ricercatori e docenti italiani in Nord America. Ne saranno premiati 5 nel corso, nel corso di un evento che si terrà il 7 e l'8 novembre a Washington. Queste sono le loro storie.

1. Alessandro Arlotto – Nato a Cuneo nel 1982, dopo la laurea triennale in Banca, Borsa, ed Assicurazione all’Università degli Studi di Torino e la magistrale in Finanza Aziendale e Mercati Finanziari, nel 2007, a 24 anni atterra a Philadelphia. Oggi è professore associato di Business Administration, Mathematics and Statistical Science presso la Fuqua School of Business, una scuola universitaria di specializzazione in economia aziendale della Duke University a Durham, nella Carolina del Nord.

2. Angela Bononi - Classe 1983, nata a Rovigo e cresciuta a Fiesso Umbertiano (Rovigo), nel 2007 si è laureata in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche all’Università di Ferrara. Nel 2013 si all'University of Hawaii Cancer Center, Thoracic Oncology, concentrando l'attenzione sul legame tra tumori e genetica. “Qui in America siamo liberi di avere idee sbagliate e poter cambiare direzione”.

3. Erica Bresciani - Bresciana, classe 1981, si è laureata in biologia all’Università di Milano, dove ha poi conseguito un dottorato in Biologia Cellulare e Molecolare nel 2010. Nel 2011 ha cominciato un post-doc presso il National Human Genome Research Institute presso il NIH di Bethesda, il più grande istituto di ricerca federale degli Usa in ambito medico. Studia lo sviluppo delle cellule staminali del sangue e dal 2016 è senior post-doctoral Research Fellow. “Spero un giorno di poter mettere a frutto questa rete di conoscenze per tornare a fare ricerca in Europa o in Italia”.

4. Sara Buson - Nata nel 1979 a Pernumia (Padova), si è laureata in astrofisica e ha ottenuto il dottorato di ricerca nel 2013 nell'Università della città veneta. Poi è arrivata l'offerta di lavorare negli Stati Uniti al Goddard Space Flight Center, il centro della NASA dedicato alla ricerca spaziale. “Il focus della mia ricerca è l’Universo degli eventi più energetici e violenti conosciuti, studiati tramite i raggi gamma catturati dal telescopio Fermi”.

5. Matteo Cargnello – Da Pocenia, in provincia di Udine, a 33 anni Cargnello è Assistant Professor alla Stanford University, in California, dove è a capo di un gruppo di ricerca. È un chimico: sintetizza nuove molecole in grado di combattere il cambiamento climatico. Come? Ad esempio trasformando le molecole di CO2 in combustibile o quelle di azoto in ammoniaca.

6. Antonio D’Amore - Classe 1977, si è laureato in ingegneria meccanica all’Università di Palermo e in ingegneria biomedica a Londra. Poi vola negli Stati Uniti e ottiene il titolo di dottore di ricerca con un focus in Biomechanics and Tissue Engineering. Vince una borsa di studio per il programma post-doc di Ri.MED, una fondazione partecipata da Regione Siciliana, CNR, University of Pittsburgh e UPMC. “Adesso - dice - è venuto il momento di riportare indietro questo bagaglio di conoscenze e provare a contribuire allo sviluppo del territorio, soprattutto in Sicilia”.

7. Giuliano Iurilli – Nato a Ruvo di Puglia nel 1979 e passato per Pisa, ha ottenendo il dottorato in Neuroscienze e Robotica all’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova. Nel 2012 è approdato alla prestigiosa Harvard Medical School di Boston dove prosegue la sua ricerca con un contratto post doc: si occupa di capire i meccanismi che legano cervello e olfatto.

8. Sara Lovisa - Da Pordenone a Houston, Texas, nel più grande polo medico del mondo, per combattere il tumore attraverso lo studio dei meccanismi di danno e rigenerazione dei tessuti del nostro corpo. È il percorso di Sara Lovisa, 34enne di Azzano Decimo. “Sogno un giorno di poter riportare in Italia la professionalità e l’esperienza che ho acquisito”.

9. Camilla Pacifici - Nata a Monza nel 1984, oggi lavora con un NASA Postdoctoral Program Fellowship al Goddard Space Flight Center di Greenbelt, nel Maryland. Si è laureata all’Università Bicocca di Milano, conseguendo la laurea triennale in fisica nel 2006 e la specialistica in astrofisica nel 2008. “Ho lavorato molto con dati ottenuti dal telescopio spaziale Hubble e ora mi sto preparando per i dati che ci invierà il James Webb Space Telescope, che verrà lanciato nel 2019 per svelare i misteri dell’universo più giovane”.

10. Marco Pavone – Nato nel 1980, torinese cresciuto tra Genova, Roma e L'Aquila, è Assistant Professor di aeronautica e astronautica alla Stanford University. Ha sviluppato un software che permette ai robot aerospaziali di agire in autonomia, per esempio per esplorare ambienti sconosciuti ed inospitali nel sistema solare, per riparare satelliti in orbita, o per assemblare strutture nello spazio.

11. Fabiana Perna – Nata a Napoli nel 1980, dove si è laureata in medicina all’Università Federico II e ha cominciato la specializzazione in ematologia. L’ultimo anno però ha deciso di passarlo all’estero, e precisamente al Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York, dove lavora dal 2008. La sua ricerca insegna alle cellule del sistema immunitario a riconoscere e reagire alla leucemia.

12. Andrea Piunti - Nato a San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno) nel 1984, ha studiato Biotecnologie a Urbino, dove si è laureato nel 2006. Ha ottenuto un master nel 2009 alla Libera Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, per poi trasferirsi negli Stati Uniti. Oggi lavora con un assegno di ricerca post doc alla Northwestern University. La sua ricerca punta a identificare una terapia per combattere un glioma, un tumore pediatrico fatale, basata su studi molecolari.

13. Emmanuele Ravaioli – 33 anni, è un ingegnere bolognese che da due anni lavora al Lawrence Berkeley National Laboratory, in California, dopo una lunga esperienza al Cern, l’Organizzazione europea per la ricerca nucleare. Si occupa di costruire e testare i magneti che sono alla base dell'LHC (Large Hadron Collider) del Cern, il più grande acceleratore di particelle al mondo.

14. Marco Ruella - La CAR-T è una nuova terapia che sfrutta il sistema immunitario del paziente per battere i tumori. È stata ideata all’University of Pennsylvania dal gruppo del professor Carl June e successivamente sviluppata dalla Novartis in larga scala. Del team di ricerca fa parte Marco Ruella, medico torinese 35enne che lavora a Filadelfia al Center for Cellular Immunotherapies della University of Pennsylvania (Upenn) da cinque anni.

15. Giulia Saccà - Matematica pura ad altissimi livelli: è il campo di ricerca di Giulia Saccà, 33 anni. Studi e ricerca l'hanno portata da Roma a Parigi, New York, Bonn, Princeton. Fino a Boston, dov'è assistant professor al Mathematics Department del MIT di Boston. “Le prospettive future? Per me è difficilissimo rispondere, di sicuro almeno per un po’ voglio restare qui, dove l’ambiente e le strutture sono più favorevoli alla ricerca rispetto all’Italia”.

16. Anna Tenerani - La sonda Parker Solar Probe͟ della NASA sarà lanciata nello spazio fra luglio e agosto 2018: esplorerà per la prima volta le regioni all’interno dell’orbita di Mercurio. Da cinque anni una 32enne ricercatrice italiana, nata Pietrasanta e cresciuta a Massa Carrara, lavora nel team del California Institute of Technology di Pasadena.

La biologa Rita Rossi Colwell riceverà l’Issnaf Life Achievement Award, premio alla carriera dato ogni anno a scienziati di origine italiana che hanno onorato il Paese d'origine con un significativo contributo alla ricerca. Oggi Distinguished University Professor alla University of Maryland, già prima donna direttore della National Science Foundation. Colwell è considerata una delle fondatrici della ricerca per lo sviluppo delle biotecnologie marine. Il suo nome è legato alle scoperte sulla sopravvivenza del vibrione del colera che hanno portato a importanti risultati sul fronte della prevenzione delle epidemie.

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