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Martedì, 14 Novembre 2017 18:00

Malagò «Se fossi Tavecchio mi dimetterei» Lotti «Il calcio italiano va riformato»

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Niente giri di parole, va dritto al punto il presidente del Coni Giovanni Malagò. Parlando del presidente della Figc Carlo Tavecchio dopo la mancata qualificazione degli Azzurri al Mondiale, dice: "Se fossi in lui mi dimetterei".

Malagò riferisce di aver sentito il numero uno della Federcalcio: "Gli ho chiesto che intenzioni avesse e mi ha detto che domani ci sarà questa riunione in Figc alle 16. Come sapete - aggiunge - è padrone di assumersi le responsabilità, ma se fossi in lui mi dimetterei".

"Oggettivamente in Figc - spiega - non ci sono gli strumenti procedurali per procedere a un commissariamento". "Un uomo di istituzioni deve ascoltare tutti ma anche ragionare con buonsenso secondo quelle che sono le norme - ha aggiunto il numero uno dello sport italiano -. Il presidente del Coni può commissariare una federazione solo se non funzionano la giustizia sportiva o i campionati. Oppure se ci sono gravi irregolarità amministrative. Ad oggi - continua - questi tre fatti non ci sono. Non succedeva dal 1958 che l'Italia non si qualificava a un Mondiale e va detto pure che allora ci andavano 16 squadre e invece oggi c'erano più possibilità. Ma soprattutto veniamo da tutto un periodo senza grandi risultati".

Malagò si dice deluso e amareggiato per il risultato di ieri sera, "una giornata triste dal punto di vista sportivo". E coglie l'occasione per bacchettare i club: "Se negli anni di vacche grasse, con il vento in poppa, qualche presidente avesse avuto attenzione, lungimiranza, se avessi avuto la logica di risparmiare un ingaggio importante, probabilmente oggi avrebbero tutti uno stadio di proprietà". "Non si può avere una famiglia - sottolinea - se non hai una casa".

Un discorso a parte va fatto per il commissario tecnico Ventura. "Le dimissioni? Non credo che questo sia il punto. Se è vero che Ventura ha un contratto che sarebbe stato rinnovato nel momento in cui l'Italia sarebbe andata in Russia, di fatto di cosa stiamo parlando?", chiede il numero 1 dello sport. "Presumo ci sia ancora qualche mese, che si dimetta oggi o tra 20 giorni cambia poco. Su Ventura gli elementi sono abbastanza acclarati. Non credo che il problema fosse solo Ventura anche se l'inizio del percorso di Ventura era legato all'arrivo di Marcello Lippi in un ruolo significativo che non è andato a buon fine -ricorda il presidente del Coni. Questo ruolo di Ventura, poi divenuto responsabile di tutte le squadre nazionali, è stata una valutazione sbagliata. Purtroppo è stata una scommessa persa".

"Prandelli e Abete si sono dimessi subito dopo il fallimento in Brasile? Non c'è una regola, ci sono dei casi in cui sono rimasti e si sono assunti ti questa responsabilità e altre che hanno deciso di farlo. Sono scelte", prosegue Malagò.

 

"E' una giornata molto triste dal punto di vista sportivo, è chiaro che il calcio vada riformato e vadano prese delle scelte che negli anni passati non si è avuto il coraggio di prendere". Sono le parole pronunciate dal ministro dello Sport, Luca Lotti, il giorno dopo l'esclusione dell'Italia dalla fase finale dei mondiali di Russia, in occasione della conferenza stampa di presentazione dell’accordo di finanziamento per lo stadio dell'Atalanta.

"Oggi credo sia arrivato questo momento - prosegue il ministro dello Sport - Tutti quanti dobbiamo dare una mano. Le parole di Gigi Buffon ieri sono state molto chiare. E' evidente che dobbiamo dare tutti una mano a fare ripartire il mondo del calcio in tutti i sensi. Non è che abbiamo scoperto ieri che ci sono dei problemi, perché non è dalla partita con la Svezia che si è capito che c'è qualcosa che non va. Siamo usciti negli ultimi due mondiali nel primo turno e non si riescono ad eleggere il presidente della Lega di Serie A e di Serie B, insomma c'è molto da fare e credo sia opportuno davvero sfruttare questa occasione negativa per rifondare del tutto il calcio italiano".

Sulle responsabilità del ct Ventura e del presidente Tavecchio, Lotti aggiunge: "Dimissioni? Spetta a loro prendere le decisioni, credo sia importante cogliere questo momento per mettere a posto tutto il calcio italiano, dai settori giovanili fino alla Serie A, è anche un problema culturale di come si affronta l'insegnamento ai ragazzi nelle scuole calcio, di come si insegna anche ai genitori come si sta in tribuna, lo dico anche da umile allenatore di provincia, forse è il caso di ripartire anche da lì per arrivare alle massime serie".

"Credo sia il momento in cui tutti debbano fare la loro parte. Come governo stiamo aiutando a dare una mano al calcio con la questione dei diritti televisivi, a come si vende il nostro prodotto all'estero, a come viene raccontato e venduto agli spettatori. C'è ancora molto da fare ma lo dobbiamo fare tutti insieme", conclude il ministro dello Sport. (adnkronos)

 

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