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Giovedì, 15 Febbraio 2018 07:25

Il padrone del mondo

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Che giova all'uomo guadagnare il mondo intero, se poi si perde o rovina se stesso?» -Luca, 9, 25- Scegliere tra la –vita e il bene- e –la morte ed il male- è l’obbligo valido al tempo di Mosè uguale a quello odierno.

Il padrone del mondo, oggi, è il padrone del fuoco di più di 4286 anni fa, in tedesco bildung.

Io non so assolutamente il tedesco. Pratico il zumero, che i tedeschi ed i popoli nordici ci hanno raccontato come lingua estinta senza seguiti. Dunque, o hanno ragione loro che il tedesco lo sanno ed allora bildung non è il padrone del fuoco, oppure ho ragione io e chi mi aiuta, che ho imparato a nominare in zumero GESH.UB, ‘albero (del) cielo’.

Qua, un ‘albero in cielo’ alzerà dei dubbi sull’equilibrio di chi lo racconta [‘alberi in cielo?’]. E la via Lattea? La divinazione fece immaginare cose in cielo da capire sulla terra. I traduttori moderni faticarono ad individuare le cose descritte in terra e lasciarono perdere le storie del cielo. Dobbiamo ribaltar l’ordine per ritrovarci con gli antichi [antiqui, an.ti.ku.i, cielo.vita. riconosco. sentiero].

Grazie a chi mi aiuta, posso raccontarvi la parola mondo, in zumero accado mundu, che, da sola vi descrive il rapporto degli antichi con l’Aldilà:

mun-du

emmer groats [cereali da colazione per gli dèi], which is emmer that has been husked and then cracked bruised, or pouded; mornig meal (time); an acceptable breakfast offering for the dead (Akk. mundu).

È ovvio che gli antichi che preparavano la colazione per gli dèi e per i morti credevano nell’altro mondo, con i padroni che li avevano fatti. Sono i moderni gli intelligentoni, che, dopo aver cancellato gli dèi cercano di cancellare Dio ed ignorano il tabernacolo, il punto in cui veniva offerta la colazione agli dèi [il tabri raccontato da Marie-Claude Tremuille] . Notate che questo lemma mun-du è unico nel dizionario Halloran. Da qui il paradosso: mundu comprova da solo l’Altro mondo!

Latte è ga in zumero. Zalag è luce. Leggete rovescio Ga.laz, unite il soffio divino –zi e l’anima creata –a; avrete Galaz-zi-a, per antonomasia la Via Lattea.

I nomi in cielo furono dati dagli uomini sulla terra, e furono zumeri in particolare, che parlavano in eme gir, in una lingua che oggi possiamo tradurre anche perché i nordici la tradussero pur rifiutando (di tradurre diffusamente) i nomi dei loro dèi –che loro ponevano al top, perché li credevano  padroni del mondo (li avevano fatti per servirli)-; ci hanno trasmesso un coacervo confuso , orientandosi con i numeri deponenti, che coloro che scrissero in cuneiforme non usarono affatto. Dunque avevano un altro ordine,

urdu (che noi proponiamo in latino ordo:

arad (2), urdu (2), ir 3, 11

   (male) slave; servant; subordinate (cf., ir3) (Akk., loanword from wardum, ‘male slave, man servant’) [IR11 archaic frequency; 10] .

Io mi considero ‘schiavo maschio’ del padrone del mondo.

Il 20.12.17 abbiamo visto

Il padrone del fuoco.

-Il padrone del fuoco- è traducibile in zumero con la lettura precisa dell’espressione.

Affronto questo sintagma allo scopo di dimostrare l’assurdità dell’assunto: il zumero, lingua espressa in caratteri cuneiformi più di 4286 anni fa, è da derubricare come estinta senza seguito.

Invece, il zumero è proprio la prima lingua espressa dall’umanità.

Te.ma [connettote (al) legamema]: -Il padrone del fuoco-.

‘IL’ è stato individuato come il primo nome zumero di Dio da Robert A. Di Vito.

in.izi, ‘corrente. fuoco’ in zumero.

In igni, ‘nel fuoco’ lat., vediamo nigin: circolo. Come?: in ‘apertura ig’ su ni.

Ig è nel finale g di Bildung.

Dunque, con questa apertura, oltre il fuoco ed oltre il nulla, possiamo veder Dio:

IL

Ni.h.il, ‘nulla’ lat., NI-H-IL zum., ‘Aldilà (hubur)-Dio’.

Bi.il = ‘propriobi Dioil’.

‘Bildung’ contiene l’etimo di ‘padrone’ in zumero dun foneticamente: DON, come il fiume russo. Nessuno si prende la briga di chiedersi perché venne nominato Don?

Dal O leviamo su al ‘cielo’, ob vel ub. Ob è il fiume siberiano che sfocia nel Kara.

Il siberiano Ob, in ostiaco Ash in zumero Ash = Uno d’origine, in tataro Omar / Umar: non dà ‘cielo’?

Padrone.

Percorso classico:

padrone, it. [lat. patronu (m.), ‘patrono’ rifatto sul sost. in –one].

Sillabo composta pa.tronu lat. pa.thronu. Il trono emerge dalla sillabazione irrituale, conf. dal thronu di Ernout e Meillet.

Pa è zum.: territorio, chiaro in

an-pa

  zenith (‘sky’ + ‘branch of a dial?’ vel ‘territorio del cielo’).

Da leggere Pan, il ‘dio del cielo classico’ [Sufficiente a cestinare la sumerologia].

Altro percorso: padroneit. < patronulat. < padurunzum.

Scelgo questo che svela zumero dun –padrone- che ‘circoscrive’ città in d.uru.n.

Questo è un passaggio estremamente violento per noi ‘sinistro-destra-diretti’: il centro O sta nell’uru. Urugal è Aldilà. Uru è città ed il suo padrone.

È indispensabile allargare lo sguardo su diversi sintagmi a partire da -dur an ki- ‘legamedur (di) cieloan (e) terraki’.

dur-an-ki

  Bond of Heaven and Earth; an epithet of the city of Nippur, the Sumerian religious center (or of one of its sectors).

Questo legame può spezzarsi nel duello tra cielo e terra (non compreso da Halloran perché ignora l’archetipo DA DUE UNO):

dur2-ki…gar/ga2-ga2

   to establish one’s dwelling (‘to dwell (plural)’ + ‘place’ + ‘to establish’).

Può anche far ponte:

durx [U3]

  bridge (Steinkeller in BSA IV, p. 81; cf., dirig [che ha il simmetrico nell’altra direzione digir, ‘divinitò!’. Di.rig + di.gir sono ‘dio.prende’+ ‘dio.taglia’!].

L’individuazione semantica di = dio mi consente di leggere eme gir:

eme – gir15/gi7

   Sumerian language (‘tongue’ + ‘native’ –no: ‘cuneo che scrive’-) .

come: ‘linguaggio presente’, che con eme si differenzia dal me dell’origine ed il me della fine.

Perciò, di-rig = ‘dio. prende’, letto di-gir = ‘dio. taglia’ diventa l’opposto. Sibillino.

Eme gir = lingua taglia, eme righ = lingua prende.

Da ciò:

dur2-ru-un

  to sit (plural): (cf., duruna; tush).

durun

   (cf., duruna).

duruna, durun, duru2 [KU/TUSH]; durunx [TUSH.TUSH]

  n., dwelling (cf., dur2).

  verb. plural, to sit; to be seated; to occupy, inhabit, dwell; to set down, place (objects) (suppletion class verb; plural, cf., singular tush (home nds), also cf., dur2 (dur2, ‘buttocks’ [natiche] + uga3/un, ‘people’).

Del

Domenica 17 dicembre è nata Adèle fr., in ucraino Adela. A.del.a mi ha svelato zumero a.de.el.a = in mezzo al cielo, a…a, de, ‘conduce’, (ad) el, ‘Dio’. fr.: a.de.el.e, ‘in mezzo al cielo, conduce al cuoree di Dioel’.

Dunque, la nostra congiunzione specificativa traduce: ‘conducede (a) Dioel’.

Come non passare al nominativo lat. deus = de.uz ‘conducede al -confine della morte-uz.?

Fuoco

Nel fuoco ritorniamo, lat. foco  zum. hu.ku, prob. Ku.hu = distinguoku la modalitàhu.

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