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Domenica, 22 Aprile 2018 07:29

A che punto è la trattativa per il governo

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Tra Lega e FI resta un clima di forte tensione, sebbene l'alleanza sembri ancora reggere. Di Maio è però disposto ad attendere lo 'sganciamento' di Salvini. A meno che Mattarella, lunedì, non prema perché il Pd spalanchi il proprio 'forno'

Silvio Berlusconi tende la mano a Matteo Salvini e prova a ricucire per evitare lo strappo. Alla Lega si rivolge anche Luigi Di Maio, lodandone la "affidabilita'" e dicendosi sicuro che, insieme, si potrebbero "fare grandi cose". 

Lega e Fi non rompono. Per ora

Il leader di Forza Italia nega che ci siano problemi nella coalizione, anzi garantisce che lo stato di salute del centrodestra "è buono" e smentisce di aver aperto al Pd: "Non ho mai detto di fare un governo con l'appoggio del Partito democratico. Con il Pd non c'è alcun tipo di contatto in corso, alcun rapporto in corso". Quindi, Berlusconi si rivolge a Salvini e torna ad indicarlo come la "persona che deve esprimere il leader". Ma i rapporti tra i due, spiegano nel centrodestra, restano tesi, anche se nessuno si spinge a definire imminente la rottura definitiva. Salvini, del resto, ha bisogno di tempo, sia per attendere i risultati delle elezioni regionali, sia per maturare le prossime mosse, compreso lo 'sganciamento' da Berlusconi. Nonostante le tensioni interne, dopo il gelo di ieri ci sarebbero stati contatti oggi tra i vertici dei due partiti, lo stesso Berlusconi riferisce di aver parlato con Giorgetti. E fonti del centrodestra non escludono un possibile incontro tra i due leader nella giornata di domani.

Per il momento Salvini tace, ma la linea della Lega non cambia: basta con i veti, scandisce il governatore del Veneto Luca Zaia, "non servono a nessuno". E il candidato alla guida del Friuli, Massimiliano Fedriga, aggiunge: "nessuna soluzione se non termina la stagione dei veti e controveti da parte di tutti, di chi non è alleato ma anche dei nostri alleati".

Di Maio è disposto ad aspettare ancora

Intanto proseguono anche i contatti tra Lega e 5 Stelle, ma restano ancora da sciogliere diversi nodi, a partire dalla premiership dell'eventuale governo giallo-verde e il 'peso' delle due forze politiche nel futuro esecutivo. Di Maio è disposto a concedere ancora tempo a Salvini: "So bene il momento che sta vivendo e so bene il momento politico che sta attraversando la Lega". Il capo politico pentastellato torna, poi, a lodare il partito di via Bellerio, spingendosi anche oltre: "Credo fortemente che con la Lega di Salvini si possa fare un buon lavoro per questo paese. Possiamo fare cose molto importanti". "Ho auto modo di testare la sua affidabilità quando abbiamo eletto le cariche istituzionali al Parlamento: sono sicuro che se la Lega firma un contratto, tiene fede ai patti". Un messaggio che potrebbe avere anche come destinatario il Colle, in attesa delle decisioni che saranno rese note lunedì. 

Insomma, per Di Maio "questo è il momento in cui possiamo fare grandi cose ma c'e' bisogno di venirsi incontro". Il leader dei 5 stelle rassicura l'interlocutore leghista: "Io ce la mettero' tutta per andare incontro alle esigenze di chi ci puo' dare una mano a cambiare le cose. Saranno giorni e ore importanti. Tutti riflettano e si prendano il loro tempo". Quanto all'ipotesi di un mandato esplorativo a Roberto Fico, Di Maio ostenta sicurezza: "guardiamo a lui come a una figura di garanzia che e' stata in grado di assicurare la sua imparzialita' nella gestione di quest'incarico prestigioso. Di lui possono dire solo cose buone". 

Il Pd resta a guardare. Ma per quanto ancora?

Il mandato a Fico potrebbe rimettere in gioco il Pd che, al momento, resta a guardare. Il portavoce dell'ex segretario smentisce vi sia "una interlocuzione tra Renzi e Casaleggio, nemmeno per interposta persona" e conferma la linea del "tocca a loro". Nessun incontro con Di Maio, spiega il reggente dem, Maurizio Martina. "Adesso noi dobbiamo fare una cosa: aspettare le indicazioni del presidente Sergio Mattarella e capire quale sarà lo scenario da lunedi'", aggiunge, aprendo alla richiesta delle minoranze interne di convocare urgentemente la Direzione: "Valuteremo il percorso da fare anche al nostro interno alla luce delle indicazioni e delle novità che eventualmente emergeranno"(agi). 

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