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Martedì, 25 Agosto 2015 10:14

La Forestale che ricordo, ma perché eliminarla?

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Sono i Park Ranger italiani, una sicurezza per tutti coloro che amano la natura, l'integrità dei paesaggi, 

Nella personale esperienza di chi scrive la Forestale era un punto di riferimento quando ero dirigente dell'Arci provinciale e organizzatore della nascente Lega per l'Ambiente (ora legambiente), poi al sindacato agro-alimentare per gli incendi boschivi. Il comandante di Taranto, nella sede che, all'epoca - fine anni '80 del secolo scorso-, si trovava alla Bestat, era Cammarosano, ora passato a miglior vita, che io vedevo come il Gran Mogol, addestratore delle giovani marmotte, ovvero Qui, Quo, Qua.

Il suo burbero aspetto malcelava dolcezze di fondo, i suoi occhi si illuminavano quando parlava di animali e alberi. Proprio in quegli anni capitò che Cammarosano mi chiamasse perchè un bando nazionale, che prevedeva risorse notevoli per la riforestazione di città superiori a 100 mila abitanti, stava per scadere e le sue pressioni sul Comune, a guida Mario Guadagnolo non avevano avute risposte. Ora è chiaro che un sindaco non è sempre responsabile del funzionamento della macchina amministrativa. Pertanto feci da tramite e chiamai il sindaco che dichiarò che si sarebbe interessato. Il bando passò nel silenzio.  Un'altro ricordo è legato all'abbattimento di decine di Pini marittimi davanti al SS. Annunziata, qui la forestale dichiarò che sul territorio comunale non aveva giurisdizione. Qui s'aggancia il tema della responsabilità e delle competenza. 

 Su Greenreport il magistrato Guido Santoloci, giornalista esperto di ambiente, vede la querelle della forestale si e forestale no, dal punto di vista della competenza. Questo per ovviare alla semplificazione di una battaglia di difesa della forma e non della sostanza.  Ma la riforma della Madia non è soltanto redistributiva, è restrittiva di pattugliamenti e di campagne. Vorrà dire che il territorio sarà meno controllato. I forestali saranno assorbiti parte nei Noe (Nucleo operativo ecologico) e quei pochi che combattono gli incendi boschivi, 300 su 8000 passeranno ai Vigili del Fuoco. Poi c’è il fatto che i carabinieri saranno competenti solo fuori città, lasciando alla polizia municipale che assorbe anche le guardie forestali delle province, campo libero nelle città.

A questo punto il quesito di Santoloci sulla competenza è sacrosanto, perché non si abbia più la risposta, chiedendo un intervento urgente di non essere competenti. Il paradosso è proprio nell'immaginare che la materia ambientale e/o a tutela della salute pubblica per gli organi di polizia giudiziaria statale e locale sia “rinunciabile” e “facoltativa” – scrive il magistrato.  Difatti Santoloci rinforza il suo pensiero quando riporta il caso reale ovvero: “ … non è raro il caso di un cittadino che telefona ad un organo di PG non specializzato per chiedere un intervento per un reato ambientale in atto, e si sente rispondere che loro “non sono competenti” e di rivolgersi ad organo “competente”. Parliamo di reati. Il “principio” della presunta e possibile “incompetenza” di qualche organo di PG per i reati ambientali ed a danno della salute pubblica è totalmente privo di ogni fondamento logico, prima ancora che giuridico e procedurale, ed anzi totalmente fuori di ogni legittimità – appunto – sostanziale e procedurale”.


Siamo perfettamente d’accordo, quindi, a parte la riduzione dei controlli, se fosse chiarito questo aspetto, sarebbe solo questione organizzativa mettere in rete le forze di polizia giudiziaria estendendo la competenza sui controlli e sui reati. 

Poi ci sarebbe anche, per quando riguarda i controlli, la possibilità di estendere l'area di volontariato delle Gev, qui facendo svolgere un ruolo alle associazioni ambientaliste e rendendo partecipi i cittadini.

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