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Giovedì, 20 Giugno 2019 19:04

Pentecoste gli Atti degli Apostoli

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Duccio di Buoninsegna, "La Pentecoste" Duccio di Buoninsegna, "La Pentecoste"

La liturgia cattolica ci presenta la lettura degli Atti degli Apostoli, dopo Pasqua e prima di Pentecoste. Mi sembra opportuno riflettere il capitolo 4, 32,37 sulla comunione di beni dei primi cristiani.

Tre affermazioni ci spingono a pensare serenamente: “...E quelli che possedevano qualcosa non lo consideravano come proprio, ma tutto quello che avevano lo mettevano insieme”

Si tratta di un’asserzione che ci lascia pensare: “Tra i credenti nessuno mancava del necessario, perché quelli che possedevano campi o case li vendevano, e i soldi ricavati li mettevano a disposizione degli Apostoli”

Ma la situazione non era cosí idealista, come a prima vista sembra, leggendo i versicoli precedenti. É vero che Luca, l’autore degli Atti, ci invita a riconoscere che i poveri saranno sempre tra noi:

Perché tormentate questa donna? Ha fatto un’opera buona verso di me. I poveri infatti li avete sempre con voi¸ma non sempre avrete me” (Mt.26,10-11; Lc. 7, 36-50).

Allora credo che commettiamo un errore gravissimo se non pensiamo seriamente alla testimonianza di quei primi cristiani.

Ma sia chiaro qui non si pretende offrire un sistema evangelico di natura sociale ed economica della predicazione di Gesú. La comunione di beni della Chiesa Apostolica, nel suo inizio, presenta un’esigenza radicale dell’insegnamento del Messia, che cominció a convertirsi nella realtá delle prime comunitá primitive, anche se sará in una maniera limitata e timida che non funzionerá per molto tempo e non é adeguata dalle leggi dell’economia.

É la forza dell’utopia che illumina e spinge qualsiasi momento storico; é necessario assumere le parole degli Atti come ció che significano: l’avvertimento, la denuncia e la condanna evangelica a qualsiasi tentativo, di imporre un sistema economico e sociale a tutto un popolo, considerando il carattere volontario della comunione di beni dei primi cristiani.

Con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti noi nella storia.

Nella ormai scomparsa Unione Sovietica la presenza totalitaria dello stato, attraverso il gruppo dirigente del PCUS, provocó una tale scarsitá di cibo, e quel governo fu costretto a importare dagli Stati Uniti, Canada ed Argentina ingenti quantitativi di grano per poter sfamare il popolo sovietico.

Diversamente é il caso della Repubblica Popolare cinese. Dall’epoca di Deng Tsiao Ping, il leader succeduto a Mao Tse Tung, la Cina ha adottato la politica della economia capitalista, pur conservando un governo comunista. I risultati economici e il crescente sviluppo di quell’economia sono la dimostrazione esemplare che é possibile il benessere di una parte crescente del popolo cinese, attraverso anche il controllo dello stato sulle evidenti contraddizioni del sistema liberale dell’economia e la finanza della maggior parte dei paesi avanzati, Italia compresa. Anche se nel nostro bel paese le indicazioni dell’economia del primo trimestre 2019, hanno confermata la chiamata recessione tecnica.

Speriamo solamente che le misure di una maggior equitá sociale porti a riprendere indicazioni positive del PIL.

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