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Sabato, 20 Luglio 2019 07:07

“Kirie” di Ugo Chiti con Carla Guido a MitiKA

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“MITIKA: teatro e mito nella contemporaneità” continua il suo viaggio tra luoghi, culti e storia del Mediterraneo. “Kirie” di Ugo Chiti con Carla Guido, per la regia e allestimento scenico di Antonio De Carlo, debutta infatti domenica 21 luglio (ore 21.15) a Villa Tamborino (Maglie) nel Festival “Chiari di Luna”.

Ugo Chiti, con “Kyrie”, celebra la Donna declinandola nelle sue più antiche e profonde sfumature, e lo fa con uno spettacolo pensato e scritto per una voce sola. E’ la storia di Sara, Rachele, Antioca e altre figure la cui esistenza è regolata dalle asperità del dolore attraverso le lamentazioni funebri: le “prefiche”, cantanti di morte a pagamento, condannate alla celebrazione di una contraddizione perenne, a sostegno della loro vita stessa.

Carla Guido accoglie, nutre e poi consegna in un’intensa interpretazione i respiri di queste madri, mogli e figlie, ne calibra l’emotività liberando l’anima di ognuna di loro, scavando nell’abisso tutto femminile di eletto dolore e materna sacralità. Tre donne dallo spirito indomito ma dal destino segnato, diverse tra loro eppure simili, poiché accomunate da un animo sanguigno che canta la lotta contro le vite perdute per l’umano arbitrio, estendendo i confini alla paura del diverso, alla perdita del potere, a quello stato di subalternità della donna voluto dai princìpi di una Storia scorretta. Donne che riemergono dalla terra con forza ed esuberanza, e alla terra restano atavicamente intrecciate, come radici di un ulivo, simbolo dello scenario mediterraneo in cui avviene la messa in scena della storia: la Crocifissione di Gesù Cristo sul Golgota e il suicidio di Giuda.

Spogliato quasi del tutto dei suoi connotati prettamente religiosi, lo spettacolo si appropria di un rito nuovo, quello più intimamente legato all’universalità del dolore e alla condizione femminile nella visione culturale del Sud, nell’incontro tra Oriente e Occidente, suggellato dalla pianta dell’ulivo. Il tema dell’Identità e della sua sopravvivenza è al centro di tutto. Le lamentazioni diventano pretesto per celebrare ciò che ha più valore: la pura umanità che emerge di fronte alla morte, all’abbandono, al distacco dalla Vita, all’olocausto di cui l’uomo è supremo artefice. E la morte di Cristo e il suicidio di Giuda assumono la laicità di un abbraccio simbolico che irride l’insolenza degli opposti, quell’apparente divergenza che è insulto verso ciò che, invece, nobilissimo si eleva: l’incontro umano nel dolore.

Lo spettacolo ha ricevuto nel 2003 il Premio “Mediterraneo d’Arte”, conferito a Carla Guido “per aver assolutizzato, con la sua interpretazione dirompente e catartica, il dramma dell’universo femminile subalterno e vittima di una violenza di una storia scritta dal sangue. La sua interpretazione scenica del “Kirie” di Ugo Chiti è un messaggio di pietà e di dolore, un grido a più voci contro ogni olocausto, una “voce” mediterranea per suggestioni sceniche e per antiche tradizioni etnico-antropologiche (il pianto delle prefiche) che rivivono attualizzate e risemantizzate dall’anelito pacifista e umanitario che oggi insorge contro ogni forma di violenza” (ingresso 10 euro, prevendita biglietti da Cartel, piazza Aldo Moro 19 a Maglie - tel.0836.484092, 328.0454551 - e al botteghino la sera dello spettacolo a partire dalle 20.30).

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