"Io non voglio andare al voto, farò di tutto per dare vita al governo, ma sono stupito che solo noi parliamo dei risultati ottenuti, del fatto che solo noi del Pd li rivendichiamo". Lo ha detto Nicola Zingaretti a SkyTg24.
Insomma, "andiamo avanti, però questo governo e questa maggioranza deve cambiare passo e parlare di contenuti, litigare di meno e produrre più fatti". Poi sottolinea: "Se si dovesse votare domani il Pd è il primo partito, avrebbe più deputati e senatori alla Camera e al Senato, non sarebbe così per gli altri partiti, ma noi diciamo no, prima l'Italia". E "l'Umbria ha confermato che siano una forza indispensabile per l'alternativa e anche per il governo".
"Si può anche essere avversari, ma quando c'è un accordo politico si lavora insieme", afferma ancora Zingaretti parlando del governo. "Io avevo capito che abbiamo deciso al 110 per cento di governare per tre anni con questa maggioranza, sono d'accordo a farlo, però questo significa che dobbiamo smetterla - ha spiegato - Devono smetterla di creare tutti i giorni problemi, gli italiani non ne possono più, non si può dire siamo insieme ma siamo nemici o avversari, non è credibile e dà a Salvini grande forza". E ricorda come "l'alleanza con il M5S ad agosto non era all'Odg e se qualcuno aveva dubbi questi era il sottoscritto. Poi, dentro un dibattito difficile, l'alleanza l'abbiamo decisa all'unanimità con dentro Renzi che è stato il principale sponsor dell'alleanza con il M5S".
Intanto è in corso il vertice di maggioranza sulle riforme istituzionali e sulla legge elettorale. Alla riunione partecipano i capigruppo di Pd, M5s, Leu e Iv di Senato e Camera e i capigruppo in Commissione Affari costituzionali, nonché il ministro Federico D'Incà.
Di Maio, diventare autonomi, ripartire con umiltà - L'obiettivo non deve cambiare: è arrivare al governo del Paese con una maggioranza autonoma. E nel ripartire serve umiltà. Intervistato dal Corriere dopo il risultato umbro il leader M5s Luigi Di Maio fa il punto.
L'esperimento con il Pd in Umbra non ha funzionato, dice. E si sofferma sulla sua perplessità nella scelta che portò al Conte bis. Ma aggiunge che risultati come il taglio dei parlamentari o il decreto clima lo convincono che se si fanno le cose per gli italiani, è giusto andare avanti. Nel governo, aggiunge, c'è consapevolezza che serve una spinta maggiore.