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Giovedì, 09 Gennaio 2020 15:00

Riforme: mancano firme, slitta deposito referendum contro taglio parlamentari

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Depositato il testo: proporzionale con soglia al 5%. Tra i punti anche il 'diritto di tribuna'. Il presidente della commissione Affari Costituzionali della Camera: "Metodo nuovo, no a leggi a fine legislatura". Salvini: "Pd ha nostalgia dei ribaltoni"

Slitta l'appuntamento del deposito in Cassazione del quesito referendario sul taglio dei parlamentari perchè al momento mancano tutte le 64 firme dei senatori necessarie.

Andrea Cangini (Fi) assicura che sarà preso un nuovo appuntamento entro il 12 gennaio, termine ultimo.

"In 4 hanno ritirato le firme ma altri si stanno aggiungendo per cui per correttezza abbiamo chiesto alla Cassazione uno slittamento", ha aggiunto Cangini.

Sono quattro senatori di Forza Italia, dell'area vicina a Mara Carfagna, guidati da Massimo Mallegni, i parlamentari che hanno ritirato la firma dalla richiesta di referendum sul taglio dei parlamentari. Lo apprende l'ANSA da fonte attendibile.

I promotori della raccolta, a quanto si apprende, stavano chiudendo il verbale, quando Mallegni ha bloccato l'operazione, dando vita ad una discussione. Il verbale è stato quindi bloccato, così come la consegna. Sempre a quanto si apprende, anche tra i senatori del Pd che hanno firmato è in corso una riflessione, dopo l'intesa con M5s sulla legge elettorale. Le firme devono essere raccolte e verbalizzate entro domenica 12 e possono essere consegnate in Cassazione anche il 13.

"Sto andando a ritirare le firme per la richiesta di referendum sul taglio dei parlamentari insieme ai colleghi Dalmas, Masini e Stabile". L'ha detto all'ANSA il senatore di Forza Italia Massimo Mallegni citando gli altri tre senatori forzisti che, come lui, avevano firmato il referendum.

Il presidente della commissione Affari Costituzionali della Camera, Giuseppe Brescia, ha depositato un testo di riforma della legge elettorale che sarà "presto in discussione in commissione". Si tratta "di un testo semplice - si specifica - per far partire il dibattito parlamentare da alcuni chiari punti: 1. l'abolizione dei collegi uninominali; 2. un impianto proporzionale; 3. la soglia di sbarramento nazionale al 5%; 4. la previsione di un diritto di tribuna".

Si parte da un metodo diverso rispetto al passato, viene specificato da Brescia: no a riforme elettorali di fine legislatura condizionate da interessi di parte, sì a un confronto trasparente e sincero con le opposizioni.

La legge elettorale vigente, alla luce dell'esperienza acquisita, ha dimostrato di non coniugare bene il principio di rappresentatività con l'obiettivo della stabilità" si legge nel testo Brescia. "Al fine di meglio garantire il pluralismo territoriale e politico della rappresentanza, la presente proposta di legge interviene eliminando i collegi uninominali della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica e rimodulando le soglie di sbarramento. Tale finalità è resa più rilevante anche alla luce dell'approvazione della legge che riduce il numero dei parlamentari".

DIRITTO TRIBUNA - E ancora: "Al fine di garantire un diritto di tribuna a quelle formazioni politiche che non raggiungono le soglie di sbarramento, si prevede che, alla Camera, siano eletti i candidati di quelle formazioni che ottengono almeno tre quozienti in almeno due Regioni, mentre al Senato siano eletti i candidati che ottengono almeno un quoziente nella circoscrizione regionale".

PROPORZIONALE - "L’adozione di un sistema proporzionale avviene nella consapevolezza di dover evitare l’introduzione di incentivi alla frammentazione delle forze politiche e pertanto la soglia viene innalzata al 5 per cento dei voti validi espressi sul piano nazionale, mentre la riduzione del numero dei parlamentari giustifica l’abbassamento della soglia, a livello regionale, al 15 per cento (alla Camera per le liste rappresentative di minoranze linguistiche riconosciute)" si spiega nel testo.

PARLAMENTO - "Il sistema elettorale proposto sarà in grado di produrre un Parlamento, da un lato, realmente rappresentativo, che è il presupposto per una democrazia pluralista, e dall’altro, in grado di prendere delle decisioni che abbiano il consenso dei cittadini".

GERMANICUM - E arrivano le prime critiche. "Il sistema elettorale proporzionale depositato dal presidente Brescia è lo stesso che in Germania ha portato ad un inciucio permanente" dichiarano in una nota congiunta Emanuele Prisco e Giovanni Donzelli, deputati di Fratelli d'Italia e componenti Fdi in commissione Affari Costituzionali.

CRITICHE - "E' un ritorno alla palude della Prima Repubblica, senza però avere nemmeno quella preparazione politica nei protagonisti, e punta a consentire a M5S e Pd di poter rientrare dalla finestra quando con il voto i cittadini li faranno uscire dal portone principale dei palazzi che contano. Fratelli d'Italia si batterà in aula e fuori per impedire questo scempio e ribadisce che il sistema maggioritario era e resta la migliore soluzione soprattutto se accompagnato dalla madre di tutte le riforme: il presidenzialismo''.

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