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Venerdì, 24 Gennaio 2020 16:17

Inquinamento atmosferico: non si vede una soluzione da decenni, ci uccide!

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Un killer invisibile ci sta uccidendo e fino ad oggi, nessuna valida soluzione è stata trovata. Il suo nome è “inquinamento atmosferico”. Rappresenta un pericolo, per la salute e per l’ambiente.

Nei rapporti dell’Agenzia Europea per l’Ambiente la causa principale dell’inquinamento atmosferico è il trasporto su strada. In Italia, paese dall’ambientalismo di facciata, la causa prevalente è il riscaldamento delle case come ossessivamente è stato gridato, in questi giorni. Trentotto milioni e mezzo di autovetture circolanti.

Nel 2018, in Italia ogni 190 auto nuove acquista solo 1 era elettrica! Il traffico merci, per il 90% è su gomma. L’inquinamento atmosferico inoltre genera conseguenze negative per l’ambiente: danneggia i terreni, le foreste, i laghi e i fiumi e riduce le rese agricole. E’ un cocktail di inquinanti e, i più pericolosi sono tre: il particolato (PM10 e PM2.5), il biossido di azoto (NO2) e l'ozono troposferico (O3). LA madre di tutti gli inquinanti è il biossido di azoto prodotto in ogni combustione, che avviene in una atmosfera che contiene l’80% di azoto.

I “nipoti”, sono gli inquinanti secondari come l’ozono e le polveri sottili. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha fornito i dati sulle morti premature. Ultimi dati di 4 anni fa: l'esposizione al particolato 2.5 ha determinato la morte prematura di 422.000 persone, in 41 paesi europei, quella al biossido di azoto 79.000, quelle all'Ozono troposferico 17.700.La maggiore concentrazione di sostanze pericolose si trova nella Pianura Padana, che di fatto è la ragione più inquinata d'Europa. Regione densamente popolata, industrializzata , attraversata da milioni di automezzi e con la catena alpina, che scherma da Nord i venti. Il Rapporto Legambiente su Mal’Aria 2020 chiosa “Emergenza smog sempre più cronica".

Nel 2019, 54 capoluoghi di provincia hanno superato il limite previsto, per le polveri sottili (PM10) o per l’ozono (O3). I limiti sarebbero di 35 sforamenti all’anno per il PM10 e di 25 per l’ozono: Torino ha sforato il limite massimo di PM10 per 86 giorni, 61 per l’ozono, Lodi 55 per il PM10 e 80 per l’ozono, Pavia ha avuto 65 superamenti per entrambi gli inquinanti.  Questo inizio di 2020 non è per nulla positivo. Sforamenti per il PM10, in molte città del Nord Italia e nella capitale. Dove intervenire? Lo sanno da sempre! Politiche efficaci e integrate sulla mobilità urbana, potenziando il trasporto pubblico e tendenzialmente a zero emissioni, la produzione industriale, l’agricoltura, la produzione di energia elettrica e infine il riscaldamento residenziale.

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