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Martedì, 04 Febbraio 2020 08:19

Alessandria - Venerdì 7 febbraio 2010 Assemblea di Friday For Future a Spinetta Marengo

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All’Assemblea indetta per il 7 febbraio a Spinetta Marengo da “Friday For Future” in merito all’emergenza nazionale PFAS, le “Mamme No Pfas” hanno annunciato la partecipazione dal Veneto con un documento intitolato “Solidarietà a tutta la popolazione di Spinetta Marengo che si sta mobilitando contro il grave inquinamento da pfas provocato dalla multinazionale Solvay.

La vostra lotta è la nostra lotta!”. Per mezzo secolo è stata la “mia” lotta, fra rappresaglie compreso il licenziamento. Più di una volta ho ammonito gli spinettesi: avete ciò che meritate, avete la salute che merita la vostra passività nei confronti di Montedison e Solvay (e dei loro complici). All’assemblea le “Mamme No Tav” troveranno sulle barricate gli spinettesi sotto la scossa dell’indagine epidemiologica che, pur monca dei nessi causali fra veleni e morti, di nuovo conferma per la Fraschetta (Spinetta) i tumori anche al 50 per cento in più? Li troveranno sul piede di guerra perché, a dodici anni dalla nostra denuncia nazionale anche in magistratura, la Regione Piemonte non ha ancora avviato -a differenza della Regione Veneto- il monitoraggio dei valori PFOA nel sangue della popolazione, abnormi fra i lavoratori? Oppure li troveranno ancora sotto shock dopo le assoluzioni al processo per l’avvelenamento delle falde ad opera di un cocktail di 21 cancerogeni, ai quali va aggiunto il PFOA che l’Arpa aveva “dimenticato” di accertare? O invece le “Mamme No Pfas” troveranno gli spinettesi innalzare la bandiera della vera bonifica dei milioni di tonnellate di veleni sotterrati, minacciando i politici che li stanno ingannando? Li troveranno con le armi puntate sulla Provincia intenta, nel silenzio dei sindacati, a concedere a Solvay addirittura l’autorizzazione AIA a nuovo C6O4: il sostituto altrettanto pericoloso del PFOA? Li troveranno ancor più armati di sdegno alla lettura della mia “Lettera aperta” alla “Commissione Ecomafie” che aveva ascoltato le omissioni e i falsi di Solvay e Arpa Piemonte intente ad occultare le loro responsabilità storiche dolose o colpose, in particolare in merito all’inquinamento da PFOA? Insomma, il 7 febbraio le “Mamme No Pfas” troveranno gli spinettesi in lotta, o almeno presenti in massa in assemblea? Mi auguro di confermarlo nel prossimo “Post” sul Sito della Rete Ambientalista, 215esimo nello specifico dei PFOA.

Lino Balza Movimento di lotta per la salute Maccacaro

Allegati:

Il documento del Movimento no pfas Veneto.

La Lettera aperta alla Commissione Ecomafie

Lettera aperta alla “Commissione Ecomafie” (se veramente vuole approfondire la verità).

La “Commissione parlamentare Ecomafie” ha convocato il direttore generale di Arpa Piemonte Angelo Robotto e i rappresentanti dello stabilimento Solvay di Spinetta Marengo (il plenipotenziario Marco Colatarci, accompagnato da Stefano Bigini e Andrea Diotto). Tra omissioni e falsi storici, essi hanno raccontato la loro versione del disastro ecosanitario di Spinetta Marengo (Alessandria), ovvero delle loro responsabilità storiche dolose o colpose, in particolare in merito all’inquinamento da PFOA. Il Sito del “Movimento di lotta per la salute Maccacaro”, con i suoi specifici 215 “post” è una specie di antologia di fatti, denunce e commenti sul PFOA. E’ augurabile che la Commissione ad esso faccia riferimento se intende veramente approfondire la verità dei fatti. Mi limiterò a segnalare gli ultimissimi “post”: (continua)

A) Alla Camera i Medici per l'Ambiente: Pfas un disastro sanitario.

I Medici per l’Ambiente alla Camera dei Deputati: è un disastro sanitario, i PFAS sono una delle più gravi emergenze ambientali mai affrontate, che richiede studi epidemiologici e interventi di bonifica. Clicca i link sui giornali e le TV.

B) I PFOA alterano la coagulazione del sangue e fanno danni al cuore.

Clicca i nove link.

C)Contaminazione PFOA anche attraverso la pelle.

Studi scientifici di primario livello dagli Stati Uniti confermano come i PFAS penetrino nel sangue anche con il contatto attraverso l’epidermide, non solo per inalazione e ingestione. Anche questo allarme l’avevamo lanciato -almeno dal 2008 con la denuncia altresì in magistratura- quando rivendicammo l’eliminazione del PFOA alla Solvay di Spinetta Marengo e le analisi cliniche dell’Asl sui lavoratori e i cittadini, nonché quando chiedemmo gli accertamenti medico scientifici preventivi sull’utilizzo del C604, altrettanto pericoloso sostituto del PFOA. Ma le autorità sanitarie del Piemonte hanno fatto orecchie da mercante, anzi Solvay attualmente conta sulla convivenza di Provincia e sindacati per ottenere all’ampliamento del C6O4 tramite autorizzazione AIA che finora abbiamo bloccato con l’intervento di Legambiente. La Regione Piemonte continua a giocare una partita pericolosissima sulla pelle degli alessandrini. Clicca il link.

D) L’allarme PFOA che lanciammo nel 2008 riguardava tutta l’area del Po

L’allarme PFOA che lanciammo nel 2008 riguardava tutta l’area del Po, non solo l’alessandrino dove Solvay di Spinetta Marengo scaricava in Bormida, si veda ad esempio il video.   L’allarme si espanse dalla denuncia in Procura di Alessandria e dai mass media, si veda ad esempio un link del 2009. Però sugli stessi organi di informazione vedi link (e, si presume, nella relazione alla Procura) l’Arpa, per bocca dello stesso direttore regionale Enrico Garrou , negò che gli abnormi livelli di contaminazione PFOA presenti in Bormida, Tanaro, Po fino alla foce, meritassero l’allarme : “Zero allarmismo. Il rischio è minimo”. Di rincalzo l’assessore regionale all’Ambiente Nicola De Ruggero: “Non invertiamo le priorità, a noi preme la bonifica del cromo esavalente” …al punto che nel 2020 neppure è stata avviata. Invece, nel 2009 addirittura, per assessore provinciale all’Ambiente Lino Rava: “Il piano di bonifica sta volgendo al termine”.

A questi autorevoli personaggi non parrà vero che oggi per controllare l'inquinamento delle acque di laghi e fiumi siano in arrivo dei droni acquatici (vedi link), o che la Du Pont sia stata costretta ad acquistare costosissimi filtri ad osmosi inversa per cercare di rimuovere i PFAS che hanno contaminato le acque e che sono nel sangue: clicca il link.

E) PFOA emergenza piemontese e non solo veneta.

La Regione Veneto, a differenza dell’omologa amministrazione Piemonte, è stata costretta a muoversi sul disastro PFAS e risponde alle accuse (clicca il link) scaricandole sul Governo e rimarcando che sta attuando il più grande screening locale mai effettuato in Italia”, e punta il dito sul Piemonte: “Non è un problema del Veneto, quando è emerso che nella questione è coinvolta buona parte del territorio italiano e che analisi scientifiche effettuate hanno portato a svelare che nelle acque del fiume Po esistono quantità di Pfas di nuova generazione (quelle scaricate da Spinetta Marengo n.d.r.) quasi 2.000 volte superiori che sotto l'azienda Miteni di Trissino”. I medici dell’ISDE replicano (clicca il link) l’ inerzia della Regione Veneto per 7 anni da quando è scoppiato il caso Miteni. Che dire della Regione Piemonte per 22 anni da quando abbiamo fatto scoppiare il caso Spinetta Marengo? Non a caso il presidente veneto Luca Zaia cerca di nascondersi davanti alla Commissione Parlamentare Ecomafie: “Non siamo l’unica terra degli inquinati”: clicca il video

F) Sindacati e cittadini di fonte al drammatico studio epidemiologico di Alessandria

LeMamme No Pfas del Veneto” interverranno a Spinetta Marengo e “per portare la loro testimonianza di lotta alla ricerca di verità”, clicca il link . Le Mamme sono davvero incazzate: clicca link.

E gli Alessandrini, in particolare gli Spinettesi, sono altrettanto incazzati? Sembrerebbe di no a leggere i temi critici proposti dai sindacati CGIL e UIL in assemblea pubblica (vedi link), cioè in scaletta di priorità: condizione delle strade, esondazione del Rio Lovassina, manutenzione degli edifici scolastici, cimiteri, spazzatura e… stato di salute. Lo slogan gridato è “16.500 cittadini della Fraschetta dicono basta!”. Ben altro punto avrebbe dovuto essere all’ordine del giorno: “Lo studio epidemiologico di Arpa e Asl, dove i dati dei ricoveri ospedalieri fanno emergere che a Spinetta ci si ammala almeno il 50 per cento in più che nel resto della città”. Evidentemente sono considerate “Tutte bufale”, come è stato concesso di commentare al capo del personale della Solvay, Paolo Bessone. Al riguardo, significativi sono i servizi su La Stampa, cliccali . Che dire? Ancora una volta: gli spinettesi hanno la salute che si meritano! compresi i sindacati conniventi e collusi!

Un soprassalto di dignità è insorto (clicca qui) nel segretario provinciale CGIL Franco Armosino, polemizzando contro il Comune per non aver presentato lo studio epidemiologico alla popolazione, soprassalto subito represso: ipocritamente rinunciando a commentare i drammatici dati che pur conosce benissimo, se non altro perché completi glieli abbiamo perfino inviati. E’ lo stesso sindacato che per trenta anni ha “tollerato” il PFOA (celeberrimo il volantino Filcea CGIL che ci rideva sopra) e che ora tace sul C6O4.

Lino Balza

Movimento di lotta per la salute Maccacaro

Solidarietà a tutta la popolazione di Spinetta Marengo che si sta mobilitando contro il grave inquinamento da pfas provocato dalla multinazionale Solvay.

La vostra lotta è la nostra lotta!

A Spinetta Marengo, frazione di Alessandria, è emerso un grave inquinamento da pfas provocato dagli scarichi industriali della Solvay, colosso multinazionale della chimica. Si tratta, ancora una volta, di una vera e propria catastrofe ambientale, il biocidio della nostra terra e delle nostre acque, con devastanti ed irreversibili conseguenze per la nostra salute e qualità della vita. L’orizzonte della crisi climatica non riguarda solo il riscaldamento globale, i cui effetti sono sotto l’occhio di tutti, ma si estende in molti modi: riguarda anche l’avvelenamento delle acque, della terra, dell’aria, la distruzione dell’ambiente in cui tutti noi viviamo. Distruzione dei beni comuni, in nome dell’interesse di pochi, della logica spietata del profitto! Le leggi imposte dal mercato ci garantiscono denaro che poi spendiamo per recuperare la salute: e questo lo chiamiamo BENESSERE? I soldi non possono ripagarci la malattia di una persona cara. Nulla può essere scambiato con la salute.

In Veneto da tempo lottiamo per ottenere fonti d’acqua prive di pfas, sia per l’acqua dell’acquedotto che per quella destinata all’irrigazione delle colture. Ma la richiesta principale è l’assunzione di LIMITI ZERO per le sostanze pfas, adottati come legge a livello nazionale ed europeo. I pfas sono sostanze bioaccumulabili, interferenti endocrini, persistenti; alcune sono anche tossiche, pertanto destano molta preoccupazione sia per l’ambiente sia per la salute. Gli scienziati concordano che vista la numerosità di questi composti e la difficoltà di poterli studiare individualmente, essi debbano essere trattati come una classe. In Danimarca dal prossimo luglio non si potranno più utilizzare i pfas nella fabbricazione di contenitori per il cibo, al fine di garantire la salute dei cittadini: e in Italia chi ci tutela? Quali sono i limiti di legge per queste sostanze definite estremamente preoccupanti?

In Veneto conosciamo bene le lotte e le mobilitazioni contro la multinazionale Miteni, industria chimica responsabile dell’ inquinamento da pfas che coinvolge ben tre province della nostra regione Verona ,Vicenza e Padova. Le sostanze scaricate nell'ambiente hanno contaminato sia le acque superficiali che quelle profonde di una vastissima area. Questo significa che il nostro territorio ha perso la risorsa più importante per la vita: l’acqua.

Le nostre battaglie, dure, determinate, costanti nel tempo, che hanno mobilitato comitati, associazioni, genitori preoccupati per i propri figli e per le generazioni future, hanno comunque ottenuto dei risultati importanti, sebbene non definitivi.

La Miteni ha chiuso la produzione, i suoi dirigenti sono sotto processo, molti cittadini ed associazioni si sono costituiti parte civile; le istituzioni politiche locali e regionali hanno dovuto riconoscere, dopo anni di complice silenzio, la gravità della situazione, attivare interventi urgenti e progettare soluzioni per il futuro in vari campi, primo fra tutti quello sanitario. Davanti a questo scempio del territorio e mancanza di rispetto della salute, ci chiediamo ancora una volta se sia giustificato il fine del guadagno. Quale prezzo stiamo pagando per l’incuranza e il mancato controllo?

In Italia solo la Regione Veneto ha posto dei limiti per le sostanze pfas nelle acque destinate al consumo umano, fissati a 390 ng/l : un primo accettabile passo ma siamo lontani dal poter tutelare la salute dei cittadini. Chiediamo al Ministro Costa e all’Europa ancora una volta limiti pari a zero per tutte le sostanze perfluoroalchiliche.

Nella nostra zona abbiamo anche altre questioni aperte:

-         la bonifica integrale dei siti inquinati, settore che richiederà costi altissimi;

-         la mancanza di uno studio epidemiologico ampio che possa rilevare le malattie correlate ai Pfas maggiormente presenti nell’area interessata e in quelle limitrofe: i pfas non seguono i confini politici dei vari paesi;

-         l’analisi trasparente e certa dei prodotti della catena alimentare, dal momento che l’irrigazione dei campi avviene attingendo l’acqua da pozzi anch’essi inquinati.

La vicenda pfas ci porta a prendere coscienza della pericolosità di queste sostanze e, proprio in nome della preoccupazione che esse destano, a chiedere che venga limitata o meglio ancora banditi la loro produzione e il loro commercio.

Venerdi 7 febbraio p.v. parteciperemo all’ Assemblea indetta dai Friday For Future a Spinetta Marengo, per portare la nostra testimonianza e per essere solidali con chi, come noi , è stato contaminato a causa di carenze legislative, che non sono più giustificabili rimandare.

Uniamo le nostre forze ovunque, a difesa della nostra terra, delle nostre acque, dei beni comuni, tra i quali la salute e la vita che hanno un valore prioritario per noi e per le generazioni future!

Che cento, mille fiori sboccino ovunque a difesa della salute e qualità della vita!

0% pfas = 100% happy

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