Per medici e odontoiatri sospensione con abbattimento del 50 per cento delle competenze da versare all’Enpam, l’ente di previdenza della categoria. La richiesta arriva in un momento di grave difficoltà, in cui i professionisti sono esposti in prima persona. Il presidente di Confederazione Aepi Mino Dinoi, Gabriella Ancora di Ciu Unionquadri e Francesco Riva del Cnel si rivolgono allo stesso Enpam e ai ministri della Salute e dell’Economia, Speranza e Gualtieri.
«Va dato un riconoscimento a queste persone che continuano a sostenere costi di tasse, utenze e personale garantendo- dal punto di vista etico- le prestazioni di urgenza ai pazienti che lo richiedono. In questo momento non hanno entrate, ma continuano a sostenere delle spese. Gli studi andrebbero riconosciuti come aziende e sostenuti, sino alla cessazione dello stato di crisi». A sottolinearlo è Francesco Riva, che poi guarda oltre. «Superato questo momento, dovremo rispondere con l’innovazione tecnologica. Abbiamo aziende mediche e sanitarie di eccellenza: bisogna stimolare l’acquisto di prodotti italiani ad esempio con finanziamenti a fondo perduto. I soldi che risparmiamo in questa fase potranno servire per l’innovazione».
Considerazioni in linea con l’impegno della Confederazione Aepi. «È necessario pensare ad un sistema che ci permetta di ammodernarci e far ripartire l’economia, puntando soprattutto sulle nostre eccellenze» così commenta il presidente Mino Dinoi. «La nostra visione va proprio in questa direzione: il nostro Paese è ricco di microimprese che rappresentano un valore aggiunto e di professionisti di altissimo livello. Sono la nostra forza e necessitano, pertanto, di azioni mirate. Soprattutto in questo momento, le professioni sanitarie vanno tutelate. E le loro richieste non possono rimanere inascoltate».
"Strade deserte e taxi fermi nei parcheggi. Esposti al contagio e senza clienti. È questo il paradosso in cui si trovano i tassisti tarantini e italiani, e con loro anche chi presta servizio di noleggio con conducente. Esposti al contagio perchè, quando hanno offerto il servizio nel periodo in cui il Coronavirus non aveva ancora cominciato a far registrare numeri pesanti, potrebbero aver trasportato persone potenzialmente portatrici del virus; senza clienti perché, adesso, in virtù dei decreti varati dal governo la loro attività si è pressocchè paralizzata (si registra un calo degli incassi intorno all'80%). E, in quanto gestori di un servizio equiparato al trasporto pubblico locale, non possono interromperlo".
Ad evidenziare la difficile situazione dei tassisti, simile a quella di molte altre categorie economiche e produttive, è il consigliere regionale Gianni Liviano. "La categoria dei tassisti e dell'Ncc - aggiunge Liviano - è una categoria che non ha mai chiesto contributi statali nè regionali. Questo fa sì che sia concreto il rischio di collasso di una categoria lasciata al suo destino proprio in un momento in cui la presenza dovrebbe essere assicurata. Stiamo parlando di famiglie che rischiano di ritrovarsi senza reddito da un giorno all'altro. Per questo - prosegue il consigliere regionale tarantino - ritengo che la Regione Puglia, e con essa anche il Comune di Taranto, debba intervenire con i mezzi di propria competenza per dare ossigeno alla categoria e farsi portavoce delle loro istanze con il governo centrale. Credo che vada dichiarato, come del resto chiedono le associazioni di categoria, lo stato di crisi del settore e che vadano prese in considerazione misure quali contributi e defiscalizzazioni, sospensione delle rate dei leasing in corso e dei premi assicurativi, previsioni di ammortizzatori sociali fino al termine della crisi in modo da garantire la sopravvivenza del comparto. Corse ridotte e poche tutele, questa è la vita di un tassista ai tempi del Coronavirus e all'orizzonte il rischio che i motori restino spenti per sempre".