"Si tratta di un evento significativo nella storia del morbo di Alzheimer e della ricerca sulla demenza", sottolinea Maria Carrillo della charity Usa 'Alzheimer's Association'. Nel dettaglio, per il trial sono state arruolate 891 persone con sintomi lievi o moderati della malattia di Alzheimer. Alcuni hanno ricevuto Lmtx da solo, altri lo hanno assunto in combinazione con altri trattamenti che stavano già prendendo e il resto ha ricevuto un placebo.
Dopo 15 mesi, i test di abilità mentale hanno rilevato che i pazienti trattati solo con il nuovo farmaco sono andati incontro a un deterioramento significativamente più lento - sia in termini di cognizione, sia di capacità di continuare a svolgere i compiti di tutti i giorni come vestirsi e mangiare - rispetto a chi stava assumendo il placebo. "Nel complesso - spiega Claude Wischik dell'università di Aberdeen nel Regno Unito e co-fondatore dell'azienda TauRx Pharmaceuticals, che ha sviluppato Lmtx - il farmaco ha rallentato la progressione di circa l'80%", informa Adnkronos.
I pazienti a cui è stato somministrato sono stati più impegnati e presenti con le loro famiglie e una coppia ha persino raccontato della loro vita che è ripartita di nuovo, riferisce l'esperto. "La moglie di un paziente mi ha detto che suo marito all'improvviso si è alzato ed è andato a riparare il recinto del giardino, una cosa che doveva fare da anni". Le immagini della risonanza magnetica hanno confermato che l'atrofia cerebrale è rallentata nei pazienti trattati con Lmtx del 33-38%, rispetto alle persone sotto placebo.
"In una studio di queste dimensioni, è incoraggiante vedere miglioramenti di tale portata nei test, ed è rassicurante vedere le prove a supporto che arrivano dalle scansioni cerebrali", sottolinea Serge Gauthier della McGill University di Montreal (Canada), che ha presentato i risultati del trial all'Alzheimer's Association International Conference a Toronto. "In un settore che è stato afflitto da tanti fallimenti di nuovi farmaci arrivati negli studi in fase avanzata, e in cui non si sono registrati progressi terapeutici significativi negli ultimi 10 anni, sono entusiasta della promessa rappresentata da Lmtx".
Il trial è il primo test importante per un farmaco che ha come bersaglio gli ammassi di Tau, grovigli di proteina anomala che si accumulano e si diffondono nel cervello delle persone con Alzheimer arrestando, secondo gli esperti, le funzioni cerebrali. La maggior parte dei farmaci precedenti prendevano di mira una proteina diversa, la beta-amiloide, che si accumula anche nel cervello, formando placche che molti hanno creduto essere la causa principale dei sintomi del morbo e della degenerazione cerebrale.
I risultati del trial con Lmtx suggeriscono invece che i grovigli di Tau potrebbero essere gli imputati numero uno. Lo studio mostra, però, anche un risultato inaspettato: Lmtx non sembra avere lo stesso effetto in chi lo assume in combinazione con altri farmaci per l'Alzheimer. Per Wischik la spiegazione più probabile è che, essendo medicinali che aiutano a spazzare il materiale tossico fuori dal cervello, potrebbero avere l'effetto di togliere di mezzo anche Lmtx.
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