Figlia di un casellante delle ferrovie e di una mondina, Marta Marzotto - nata Marta Vacondio - nasce a Reggio Emilia nel 1931 e inizia a lavorare giovanissima come apprendista sarta e poi modella nella sartoria delle sorelle Aguzzi a Milano. Nel 1952 conosce il conte Umberto Marzotto, comproprietario dell'omonima industria tessile, che sposa dopo due anni di fidanzamento.
Dal matrimonio nascono 5 figli: Paola (madre di Beatrice Borromeo), Annalisa - nata nel 1957 e scomparsa nel 1989 per fibrosi cistica - Vittorio Emanuele, Maria Diamante e Matteo. Divorziata in seguito dal marito, continua ad usarne il cognome, informa Adnkronos.
Alla fine degli anni Sessanta risale il legame artistico e amoroso con il pittore Renato Guttuso, che la ritrarrà in diverse opere nel corso della relazione, interrotta bruscamente dopo circa vent'anni. E proprio il legame con Guttuso le costerà nel 2008 una condanna in primo grado a 8 mesi di carcere - poi annullata nel 2011 dalla Corte d'Appello di Milano - per essere stata ritenuta responsabile di aver riprodotto, senza averne titolo, alcune opere in suo possesso, tra cui diversi quadri che la raffigurano e 700 serigrafie del pittore.
Inseparabile dai suoi coloratissimi caftaniche sfoggiava indistintamente ogni stagione e dai ventagli dalle tinte caleidoscopiche, Marzotto legò saldamente il suo nome a quello della moda, una delle sue più grandi passioni, creando una sua linea e disegnando gioielli.
Mondina, stilista, contessa, e soprattutto nonna (era legatissima ai suoi nove nipoti, per i quali era semplicemente 'Nonna Big'), Marzotto è stata tutto questo e molto di più. Eccentrica forse, ma sempre con uno stile impeccabile, verrà ricordata come l'ultima signora dei salotti e incontrastata regina di stile.
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