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Sabato, 14 Ottobre 2017 09:14

Venezuela, perché il voto di domenica 15 ottobre è il tramonto della democrazia

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Cosa bisogna aspettarsi dalle elezioni amministrative, un appuntamento elettorale contestato che arriva dopo mesi di proteste in strada e oltre 120 morti

Caracas (Venezuela) - Domenica 15 il Venezuela torna alle urne per le elezioni amministrative. Un appuntamento elettorale contestatissimo, a strade quasi vuote. Perché non c‘è traccia, in queste ore, delle manifestazioni multitudinarie dell’opposizione. Gli antichavisti hanno perso la faccia. Dopo mesi di proteste di strada e oltre 120 morti, i «guerreros» ragazzini mandati allo sbaraglio contro i fucili della Guardia Nacional Bolivariana, sembra che non sia successo nulla e l’esecutivo mantiene la sua tabella di marcia. Procedendo come una ruspa sui sogni e sulle proteste dei cittadini.

Questa domenica alle amministrative che dovrebbero nominare i governatori delle regioni non si vota per qualcuno. Si vota contro il governo. Chi si recherà a mettere la scheda nell’urna non lo farà per fiducia nelle varie Lilian Tintori (al sicuro negli Usa) o Leopoldo Lopez, che da quando è stato liberato ha ridotto di molto la sua verve protestaria. Questo voto è solo per dimostrare che il chavismo non è più maggioritario nel paese e non andare a votare darebbe voce e ragione ai corifei del regime che dichiarano che «la popolazione è con loro».

Ma nessuno ha fiducia nell’opposizione e anche chi volesse recarsi a votare potrebbe avere problemi. Sono stati ridisegnati i collegi e può capitare che se abitiate nel centro città o in un quartiere oppositore, vi mandino lontanissimo a votare. Con il risultato che molta gente sarà costretta a spostarsi fra le mille difficioltà di una domenica chavista.

Anche gli eletti poi potrebbero avere grossi problemi. È stato detto chiaramente che chi non si sottomette all’autorità della Costituente, l’assemblea che ha preso il posto del Parlamento dopo un’elezione segnata da frodi di ogni tipo, verrà destituito. Quindi anche le vittorie degli oppositori oitrebbero essere monche. (Alberto De Filippis - Euronews)

 

 

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