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Martedì, 16 Gennaio 2018 05:08

Taranto & il pediatra, si partiva già male e nessuno se n’accorse

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Questo è un capitolo del libro "dottore mi si è precarizzata la vita". Un libro di 121 pag che ora si può acquistare anche cartaceo e cliccando nel banner giù si possono avere informazioni. La politica a Taranto, checché ne dicano gli attuali protagonisti, è figlia di quegli ultimi dieci anni densi di errori 

Non sarò il suo biografo, il cenno storico è solo la registrazione dei suoi comportamenti nei miei confronti. Lascio agli storici veri ogni altro rilievo. Quando Marcello, il mio dottore della mente mi riceve, si è ristabilito.

«Cosa ha avuto, dottore?»

«Una sorta di dissenteria, saranno state le cose che mi ha raccontato?»

«Addirittura!»

«Scherzo. Ho letto il rapportino della mia collega, e devo dire che concordo con la sua riservatezza, perché è adesso più importante il resto. Da dove cominciamo, io direi da quando ha conosciuto il pediatra»

«Sul piano personale quando visitò i miei figli, quindi dal 1984. Poi nel partito verso la fine degli anni ’80; rapporto più distaccato nelle altre vicende, non quella della sua elezione senatore di Taranto, che mi vide, insieme ad altri sostenitori della sua candidatura»

«Diciamo che era nella categoria dei creditori»

«Se intende quella che avanzava gratitudine sì, ma non è mio vezzo accumulare crediti su questo versante»

«L’abbiamo capito, lei sarebbe un ottimo donatore di sangue. Comunque mi parli del re-incontro del 2007»

«Veramente fu prima del 2007, dopo l’estate del 2006. La sindaca Di Bello poco dopo appena un anno, dall’elezione, s’era dimessa perché inquisita su fatti, dai quali, in questi giorni…è stata assolta. Rifondazione Comunista, anticipando tutti, aveva fatto il nome del pediatra, quale candidato sindaco. Vedendolo a spasso, nel Borgo, con la sua borsetta da medico gli dissi: “Ciao Sindaco”. Lui mi sorrise e rispose: “Seee!”.»

«Cos'era, celia o ritrosia?»

«Cosa vuole le dica, in quel momento parve sincero. Poi quando cominciò il partito di Bertinotti a fare banchetti per le firme pensai fosse un celiare per creare distanza. In effetti mi apparve distante, anche quando lo incontrai per fargli leggere alcune idee su come gestire l’ambiente, i rifiuti. C’era attorno a lui una pletora di personaggi che non mi piacevano, il solito vischioso grumo di insetti che girano attorno al fiore appetitoso. Tuttavia sulla stampa, tra amici, nel prosieguo delle schermaglie di una strisciante campagna elettorale di cambiamento – il comune era commissariato – la presenza del pediatra, ex senatore, primario, e…compagno – ringalluzziva una sinistra radicale che voleva vendetta»

«Mi piace questo quadro, noto che sta crescendo nella descrizione, ma gli altri partiti, erano alla finestra?»

«Per quello che erano le mie finestre aperte sulla scena, la destra aveva l’impaccio delle dimissioni della sindaca, del commissariamento che aveva portato al dissesto, c’era il partito PDS che era in tandem con la Margherita di Rutelli, e a Taranto la Lista Florido. L’unico che entrò in fibrillazione fu il PDS che si spaccava con una parte a favore del pediatra, mentre cominciava a farsi avanti Florido come proposta indigesta, in quanto presidente della Provincia. Apparve come un asso piglia tutto. Però dottore forse annoio, faccio lo storico?»

«Macché, anzi pur essendo storia nota, io non la conosco per ragione d’età e poi il suo punto di vista è importante»

«Il mio punto di vista vede l’ombra di Cito»

«Il sindaco-sceriffo degli anni 90?»

«Si, lui, ma indirettamente, perché il candidato era il figlio Mario»

«E’ perché parla di ombra?»

«Rispetto alla polemica su Florido “ineleggibile” in quanto presidente della Provincia, che fu l’oggetto di un esposto alla procura fatto dallo stesso Cito dopo il primo turno delle elezioni, vinte dal Pediatra con il 37% lasciando fuori al secondo posto Florido con il 20 e poco dietro Mario Cito. Quella polemica era la stessa di quanti sostenevano il pediatra. Ma forse su questa storia e sulla necessità di fare le primarie va raccontato un pezzo di storia».

«Non sarà la spedizione dei mille e uno di cui ho sentito parlare? »

«Si dottore, è fu la concomitanza di quest’iniziativa che mi fece entrare in pieno appoggio del pediatra, creando una serie di eventi di lancio dell'idea sulle primarie aperte per legge. Utilizzando una mailing list di quattromila amici, bombardavo di messaggi postali. Poi con i rappresentanti nazionali di questo nascente movimento, tutte persone democratiche realmente motivate a un cambiamento del paese, organizzammo un incontro pubblico con la presenza del nostro medico proposto come candidato, solo che lui non venne...»

«Come non venne? »

«Si, trovò una scusa che avevano sbagliato posto, di fatto non ci fu dopo nessuno incontro e si andò al voto. Oggi rifletto su questo e mi chiedo se non fosse un segnale di falsità e ipocrisia anche quello, allora lo registrammo come un normale disguido organizzativo. Quindi polemica sulle primarie mancate poste come pretesto per avere il massimo del consenso di tutto un popolo democratico e poi quest’attacco sull'inagibilità di Florido che diventa interesse anche di Cito. Quest’attacco del geometra fascista messo sul tavolo del ballottaggio non favoriva indirettamente il medico e quindi il sindaco del rinnovamento non si portava il “citismo” con sé? Questa è l’ombra di cui parlavo, che ebbe in seguito alcune conferme»

«Perbacco un’ombra sullo stesso voto, come per dire che si partiva già male e nessuno se n’accorse»

«Presi com'eravamo dall'onda della primavera pugliese di Vendola, anche Taranto si tingeva di verde e io pronosticavo – smentito da tutti - il risultato del ballottaggio con un 80%,  - di fatto il risultato si fermò a 76%, molto vicino -. E poi c’era il clima politico. I PDS perdevano la sinistra democratica (la S) in concomitanza con la spaccatura per il medico e poi c’era Mussi, il capogruppo al Senato di Sinistra democratica che si dichiarava soddisfatto dell'affermazione del movimento: “…. ha con sé la città: il nostro candidato, in sintonia con i ceti popolari e con la stragrande maggioranza della popolazione, ha rovesciato il voto che cinque anni fa aveva portato al governo il centrodestra. Trasparenza e questione morale sono state e sono le armi vincenti della sua battaglia politica. Oggi è il simbolo del riscatto di una città, di un centro cruciale - per la sua storia industriale e culturale - per il Mezzogiorno e per il Paese. A lui le più sincere congratulazioni, anche per aver portato la Sinistra Democratica ad essere il primo partito nazionale della città".» 

Il dottore non lesina giudizi e alla fine sbotta:  «guardi se non vivessi ora a Taranto, non le direi che eravate dei folli sognatori, poi siete diventati pittori astratti, ora piangete da noi per curare ferite da combattenti e reduci, credo che ora si andrà più spediti, perché a fare i castelli in aria ci vuole tempo, poi crollano in poco tempo, anzi subito. A domani per la ripresa, mio precarizzato sognatore»

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