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Venerdì, 28 Giugno 2019 05:40

Taranto – Portualità e traffici e paradisi fiscali, Liviano allerta la Regione

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Nella mattinata di ieri, il consigliere regionale Gianni Liviano con il collega Donato Pentassuglia, ha depositato una mozione di cui diamo notizia

"Se fossero vero le notizie che circolano con insistenza in città, ovvero che la società LBH ITALIA avrebbe costruito importanti relazioni economiche con ArcelorMittal finalizzate potenzialmente alla gestione dell’intero traffico marittimo e che la stessa, pur avendo sede legale a Taranto, risulta essere integralmente controllata da un unico socio avente sede legale nell’Isola Anguilla, territorio britannico situato nei Caraibi e paradiso fiscale, il sistema delle agenzie marittime di Taranto correrebbe il serio rischio di essere penalizzato".

A lanciare l'allarme è il consigliere regionale Gianni Liviano il quale questa mattina, insieme al collega Donato Pentassuglia, ha depositato una mozione con la quale si impegna il presidente della Regione Puglia a farsi interprete con il Governo Nazionale e con la società ArcelorMittal, "degli interessi economici e occupazionali delle agenzie marittime del territorio perché queste non debbano essere penalizzate dalla presenza della società LBH Italia".

Non solo, i due consiglieri regionali hanno chiesto che in IV commissione consiliare vengano auditi sulla questione il presidente dell'Autorità di sistema portuale del Mar Jonio, Sergio Prete, e i rappresentanti delle agenzie marittime di Taranto.

"L’Isola Anguilla - scrive Liviano nella mozione - risulta essere “un paradiso fiscale” e il sistema fiscale italiano, con il decreto ministeriale 04/05/1999, l’ha inserita tra gli Stati o territori aventi un regime fiscale privilegiato, nella cosiddetta lista nera, ponendo quindi limitazioni fiscali ai rapporti economici e commerciali che si intrattengono tra le aziende italiane e i soggetti ubicati in tale territorio.

Tutto ciò, in un territorio, quello jonico, già in evidente sofferenza, andrebbe a penalizzare ancora di più il lavoro delle nostre agenzie marittime e metterebbe fortemente a rischio, oltre che gli interessi economici delle stesse, anche i livelli occupazionali. Situazione che il territorio non può continuare a permettersi alla luce, anche, delle recenti decisioni di ArcelorMittal che ha avviato ulteriori 1.400 lavoratori in cassa integrazione e che sta minacciando la chiusura totale dello stabilimento siderurgico di Taranto nel caso in cui il Governo nazionale dovesse rimanere saldo nella decisione di considerare revocata il prossimo 6 settembre l'immunità penale per i proprietari dell'ex Ilva".

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