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Martedì, 13 Agosto 2019 02:43

Cronaca del giorno più caldo della legislatura

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La conferenza dei capigruppo si spacca. M5s, Pd, Misto e Autonomie votano a maggioranza il 20 agosto come data per le comunicazioni di Conte in Senato. Il centrodestra compatto vota il 14. Sul calendario deciderà domani l'Aula. Troppo presto per il Pd che attacca Casellati: "Vuole favorire Salvini"

 L'Aula del Senato si riunirà domani (oggi)  alle 18 per stabilire il calendario definitivo della seduta del 20 agosto sulle comunicazioni che renderà il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, decisione assunta oggi dalla conferenza dei capigruppo a maggioranza. Ma poiché non vi è stata unanimità in capigruppo, il calendario non è definitivo. Spetterà all'Aula, appunto, pronunciare l'ultima parola. E toccherà alle forze politiche che in capigruppo hanno avanzato una proposta diversa - è il caso di Lega, FdI e FI, che hanno chiesto che l'Aula venisse convocata mercoledì 14 e non sulle comunicazioni di Conte bensì sulla mozione di sfiducia al premier - avanzare e mettere ai voti la richiesta di modifica del calendario.

Ricapitolando: se domani nessun gruppo propone un diverso ordine del giorno per la seduta dell'Aula di palazzo Madama e un diverso giorno rispetto al 20 agosto, il calendario stabilito oggi dalla conferenza dei capigruppo a maggioranza sarà definitivo. Se, invece, uno o più gruppi propongono modifiche, allora le richieste saranno messe in votazione e passeranno se otterranno la maggioranza dei voti.

Il racconto della giornata, in tempo reale:

19,50 - Salvini: "Ritiro ministri Lega? Siamo pronti a tutto"

"Siamo pronti a tutto". Dopo la riunione, durata un'ora, dei parlamentari leghisti all'Hotel Palatino, Matteo Salvini replica così a Di Maio che lo aveva sfidato a ritirare i ministri del Carroccio prima di votare la sfiducia contro Giuseppe Conte. "Mi affido alla saggezza del presidente della Repubblica, è evidente che non c'e' un'altra maggioranza", dice Salvini.

Il mondo "del lavoro, dei sindaci, dell'Italia che produce chiede di fare in fretta quindi l'unica cosa che l'Italia non si può permettere è perdere tempo. Chiunque la tiri in lungo è perché ha paura di perdere la poltrona. Direi che Renzi ne è l'immagine più evidente", prosegue Salvini, "chi ha paura delle elezioni è perché evidentemente ha lavorato male e teme di non tornare in Parlamento", prosegue Salvini al termine dell'assemblea dei gruppi della Lega, "noi chiediamo che si voti il prima possibile. E poi saranno gli italiani a scegliere un governo che per cinque anni governa e fa. Perché negli ultimi mesi fra no, litigi, insulti e blocchi... E il no alla Tav, alla giustizia, alle Olimpiadi, all'autonomia, alle riforme: l'Italia non può permettersi 'no'".

18,51 - Al via la riunione dei gruppi della Lega. Salvini. "Taglio parlamentari è un Salva-Renzi"

Matteo Salvini è arrivato al Grand hotel Palatino di Roma dove ha riunito tutti i gruppi parlamentari della Lega per fare il punto sulla situazione politica. "Il taglio dei parlamentari è un 'Salva-Renzi'. Fino all'anno prossimo non si potrebbe più tornare al voto, e la coppia Renzi-Boschi (che ha sempre votato contro) salverebbe la poltrona. Capito? Una volta mandati a casa questi sciagurati, non solo tagliamo poltrone ma anche stipendi", dice Salvini su Twitter.

18,10 - Marcucci (Pd) accusa Casellati: "Vuole favorire Salvini"

"La Presidente del Senato forza il calendario per fare l'ennesimo favore a Salvini. I diktat della Lega non possono cambiare i numeri in Parlamento. Domani l'aula lo dimostrera'". Lo scrive su Twitter il presidente dei Senatori Pd, Andrea Marcucci.

18,00 - Pd e LeU: "Voto in Aula domani forzatura inaudita"

"Una forzatura gravissima e inaudita". Così il capogruppo del Pd Andrea Marcucci, al termine della riunione della Conferenza dei capigruppo del Senato, definisce la decisione assunta dalla presidente Elisabetta Casellati di convocare l'Aula del Senato domani alle 18 per decidere sul calendario delle comunicazioni di Giuseppe Conte, non essendoci stata unanimità. Sulla stessa linea anche la capogruppo del Misto e senatrice di Leu, Loredana De Petris.

17,46 - Conte in Aula il 20, domani il voto sul calendario

Una netta spaccatura si è registrata in conferenza dei capigruppo a palazzo Madama. Dopo poco meno di due ore, i presidenti dei vari gruppi non hanno raggiunto l'unanimità sulla data in cui il premier Giuseppe Conte renderà le sue comunicazioni all'Aula. M5s, Pd, Misto e Autonomie hanno indicato la data del 20, approvata a maggioranza, mentre Lega, FI e FdI hanno chiesto che le comunicazioni del premier si svolgano mercoledì 14, dopo le commemorazioni del crollo del Ponte di Genova. E, soprattutto, hanno chiesto che la seduta fosse dedicata all'esame e al voto sulla mozione di sfiducia presentata dalla Lega nei confronti del presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

Dunque, non essendo stata raggiunta la maggioranza, sarà l'Aula domani a doversi esprimere, sempre che i tre gruppi di centrodestra ripropongano la richiesta. A questo punto sarebbe una richiesta di modifica del calendario stabilito dalla capigruppo (ma appunto non definitivo in quanto non vi è stata l'unanimita') e si svolgerà un voto. Avrà la meglio chi ha la maggioranza dei voti.

16,55 - Di Maio: "Nessuno vuole sedersi al tavolo con Renzi".

"Qui nessuno vuole sedersi al tavolo con Renzi", dice Luigi Di Maio, capo politico M5s, in diretta Facebook. "Aperture, chiusure, mezze aperture.. il Movimento 5 Stelle vuole una cosa: che si apra al taglio dei 345 parlamentari. Non ci sono giochi di palazzo da fare. Io sento di nuovi gruppi, ma i gruppi prima di costituirsi devono stare sulla scheda elettorale", osserva.

"Vedrete che questa pugnalata alle spalle del Paese dalla Lega verrà fatta pagare dagli italiani", aggiunge Di Maio, "non stiamo parlando di un'azione qualsiasi, ma di aprire una crisi di governo, nel bel mezzo di agosto, trascinando l'Italia alle elezioni in autunno che non succedeva dal 1919. Giusto 100 anni. Tanta gente in Italia mi sta dicendo: andate avanti, hanno fatto una scorrettezza, hanno voltato le spalle al Paese".

16,40 - Berlusconi riunisce lo Stato Maggiore. In serata vedrà Salvini?

Silvio Berlusconi valuta le prossime mosse dopo l'apertura di Salvini alla possibilità di costituire un'alleanza di centrodestra per le elezioni anticipate. L'ex premier ha visto i 'big' del partito in via del Plebiscito e in serata dovrebbe incontrare Matteo Salvini.

Il partito intanto si aspetta di capire quali garanzie - sia dal punto di vista della linea politica, sia sui collegi - possa offrire il vicepremier del Carroccio. Ma una parte degli azzurri, oltre a non fidarsi di Salvini, non esclude di aprire ad un confronto per la nascita di un governo di fine legislatura. Valutazioni in corso, quindi.

Questa mattina c'è stata una telefonata tra l'ex premier e Mara Carfagna in cui è emersa la preoccupazione per la situazione economica del Paese. Non è ancora stato fissato l'incontro tra Salvini e Meloni. "Io dico - spiega Ignazio La Russa - che il centrodestra può rinascere non su vecchi schemi ma su un'area sovranista. Vediamo..."

16,38 - Fonti Pd, "grave non ci siano smentite della scissione renziana"

"È grave che nessuno di quella parte di minoranza renziana abbia ancora smentito la scissione annunciata oggi ai giornali e la nascita di un nuovo soggetto politico chiamato Azione Civile". Lo dicono all'AGI fonti della maggioranza Pd.

16,25 - Marcucci: "Il Pd non è spaccato"

Il Pd non è affatto spaccato. Ed è aperto a qualsiasi soluzione, una volta che si prospetteranno le possibili vie d'uscita alla crisi di governo. Lo ha detto il capogruppo dem al Senato, Andrea Marcucci, prima di entrare alla riunione della Conferenza dei capigruppo. "È in atto una forzatura inaudita di Salvini che pretende di dettare l'agenda della crisi", osserva, scandendo che per il Pd "la priorità va data alle comunicazioni di Conte in Aula". Poi, se "ci sarà la possibilità di fare un governo istituzionale, un governo balneare o un governo di scopo lo verificheremo, certamente non possiamo permettere che sia Salvini dal Viminale a gestire le elezioni".

Detto questo, "oggi non ci sono reali ipotesi. Se nasceranno le verificheremo tenendo la barra dritta e avendo a cuore gli interessi del Paese". Quanto al Pd, dopo la proposta di Renzi di non andare subito al voto, Marcucci osserva: "vengo ora da una riunione con Zingaretti e Gentiloni e non ho la percezione" di una divisione interna. Infine, quanto ai tempi dell'Aula, Marcucci ribadisce: "Convocarla domani sarebbe inaudito e impensabile, servono i tempi necessari e la priorità va data alle comunicazioni di Conte".

In precedenza Marcucci aveva detto che "l'obiettivo di oggi è quello di arrivare ad un nuovo governo, di che natura dovrà essere, lo vedremo in seguito". A stretto giro, fonti della maggioranza Pd avevano fatto però sapere che quella di un nuovo governo "è un'idea personale di Marcucci".

16,17: Al via la conferenza dei capigruppo

È iniziata al Senato la conferenza dei capigruppo. La riunione servirà a decidere i tempi di convocazione dell'Aula e su cosa sarà chiamata ad esprimersi l'Assemblea di palazzo Madama. Sul tavolo, infatti, ci sono sia la disponibilità data dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte di svolgere comunicazioni alle Camere, sia la mozione di sfiducia presentata dalla Lega nei confronti di Conte che la mozione del Pd di sfiducia al ministro Matteo Salvini.

Se non ci sarà unanimità in capigruppo, sarà l'Aula a decidere il calendario dei lavori. Si è parlato in queste ore di un pressing della Lega e del centrodestra sulla presidente Elisabetta Casellati affinché l'Aula sia convocata già domani per decidere sull'eventuale stallo in capigruppo. Ma, fanno osservare altre fonti, servono i tempi tecnici per consentire a tutti i senatori di essere presenti.

Cosa è successo in mattinata?

Il capo politico M5s Luigi Di Maio si è riunito con i suoi parlamentari per fare il punto sulla crisi. A quanto si apprende, il vicepremier ha avuto parole durissime per il suo ormai ex alleato Salvini, definito un "traditore", un "capitano che abbandona la nave nel momento del coraggio". Secondo Di Maio, il ministro dell'Interno ha deciso di rompere, tra le varie ragioni, perché non sapeva come varare la flat tax e temeva un'imminente revoca della concessione ad Autostrade, dopo la tragedia del Ponte Morandi, alla quale stava lavorando il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli.

Matteo Salvini, da parte sua, ha rotto gli indugi e concesso un'intervista al Giornale nel quale ha aperto a un ritorno della vecchia formula del centrodestra, ovvero un'alleanza con Forza Italia e Fratelli d'Italia. Si tratta di un cambio di passo importante dopo il discorso di Pescara, nel quale il vicepremier leghista aveva ventilato l'ipotesi di una corsa in solitaria per poi cercare alleati dopo le elezioni.

Il Pd invece è ancora agitato dalle divisioni tra Matteo Renzi, che vuole un governo di scopo con M5s e magari pezzi di Forza Italia, e Nicola Zingaretti, che vuole andare subito al voto. Al momento Renzi controlla ancora la maggioranza dei gruppi parlamentari dem, in particolare al Senato. Di fatto a Zingaretti servono nuove elezioni per poter prendere il controllo del partito alle Camere.

Nel frattempo il capo dello Stato, Sergio Mattarella, oggi a Sant'Anna di Stazzema per commemorare l'eccidio compiutovi dai nazisti, attende di conoscere le scelte dei partiti. 

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