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Martedì, 19 Maggio 2020 06:18

L’idea che il virus si sia indebolito è una vera sciocchezza

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L’idea di scienza dovrebbe essere quella popperiana di un insieme di attività di ricerca e di sperimentazione che mirano ad accrescere la conoscenza e la comprensione di certi fenomeni.

Una volta formulata un’ipotesi e assicuratati che sia verificabile, (sulla scia di Popper falsificabile), il grosso è fatto. Resta solo da fare la sperimentazione e controllare i risultati. Assistiamo invece a un continuo affastellarsi di annunci contrastanti e comunque fatti su reti televisive, interviste a giornali o usando messanger.

Ultima in ordine di tempo, ma non è una novità il presunto indebolimentodel virus comunicato a milioni d’italiani, nella trasmissione televisiva di Fazio. L’annuncio è stato fatto dal direttore dell’Unità di Anestesia e Rianimazione dell’Ospedale San Raffaele di Milano. Annunciato anche qualche settimana fa da due presidenti di regioni Zaia e Toti e da due giornali: il Messaggero e Il Giornale.

Esistono prove scientificamente fondate e validate secondo procedure consolidate? Il dato da cui partire è comunque che sia gli studi scientifici, cui fanno riferimento un giornalista, che le dichiarazioni d’immunologi e alcuni virologi, assumono come IPOTESI questa “minore forza del virus” (articolo di Yong su Atlantic , studio del Los Alamos National Laboratory , l’immunologo Silvestri ).

Riporto anche la dichiarazione del Direttore Remuzzi del Mario Negri di Milano: Non so se è il virus a essere mutato o se a essere cambiata è la carica virale di ogni paziente, ma posso dire che sembra essere di fronte a una malattia molto diversa da quella che ha messo in crisi le nostre strutture all’inizio dell’epidemia.

Il dato di riferimento è rappresentato da un minore numero di ricoveri FORSE dovuti, a una minore quantità di virus nel sangue del soggetto infettato. Minore virulenza quindi dovuta a mutazioni nel genoma del virus. Questa una delle ipotesi che Remuzzi avanza.

L’osservazione che viene spontanea a questa folla d’ipotesi è ma perché, in laboratorio, non sono eseguite le prove su virus e cellule per la verifica della capacità di moltiplicarsi in vivo e dalla diffusione e tutto si chiarisce? Resto un convinto sostenitore di quello che sostiene il Prof Andrea Crisanti dell’Università di Padova uomo, che ha con le sue strategie, ha evitato che il Veneto e la città di Padova fossero devastate dal virus. Ernesto Burgio esperto di epigenetica e biologia molecolare e membro dell’European Cancer and Environment Research di Bruxelles considera Crisanti come forse l’unico esperto di virus pandemici in Italia.

Correttamente il Prof Crisanti definisce una “enorme sciocchezza“ e inesistente come concetto scientifico l’affermazione: “il virus si è indebolito”. Aggiunge che si è “ridotta la carica virale”, a seguito delle misure adottate. Un virus si definisce sulla base della virulenza e del fattore “erre zero” (R0; il numero medio di infezioni secondarie prodotte da ciascun individuo infetto in una popolazione completamente suscettibile cioè mai venuta a contatto con il nuovo virus). R0, secondo Crisanti, in certe aree era pari a 4 quindi ogni infettato trasmetteva il virus a persone e questi la trasmettevano a 16 e la catena continuava con 64 poi 256, 1024 etc. Ora il riferimento è al parametro “erre con t“(Rt), che esprime il tasso di contagiosità dopo l’applicazione delle misure atte a contenere la diffusione della malattia. Crisanti esprime grande preoccupazione sulla riapertura essendo l’epidemia, in atto e in assenza di validi sistemi di controllo e tracciamento. Infine denuncia la diversità di tempo di partenza della epidemia nel mondo e, che con la riapertura dei voli il 3 giugno genera, in assenza di verificabilità di status fisico del potenziale viaggiatore che viene in Italia è un rischio enorme. Termino osservando che la scienza non è certezza, mentre una quantità immensa di articoli scientifici sul covid 19 sono riportati da PubMed e sui portali BioRxiv e MedRxiv. Portali scientifici sui quali vengono pubblicati studi e ricerche non sottoposti alla revisione tra pari (peer review) e che solo dopo tale procedura con esito positivo potranno essere pubblicati su riviste scientifiche. Nessuna pubblicazione, che tratta del “depotenziamento“ del virus è stata fatta su questi siti. Saremmo immensamente felici e rassicurati se sul depotenziamento del virus si passasse dalle opinioni e sensazioni alla verifica attraverso procedure scientifiche. L’informazione in questi momenti svolge un ruolo fondamentale e non può essere tollerato, che in ossequio a un teorico pluralismo si possa dire tutto e il contrario di tutto prescindendo da una corretta procedura scientifica.

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