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Giovedì, 24 Novembre 2016 13:36

Sviluppa la terra de El Salvador

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L’invito alle imprese italiane nell’economia del Centro America sblocca i fondi diretti, per gli aiuti tra governi e lo sviluppo di rete globale, ai privati

El Salvador chiude la sua prima chiamata con l’imprenditoria Italiana e le politiche di

cooperazione internazionale in una mattina all’insegna dell’economia con il Vice Ministro degli Affari Esteri Jaime Alfredo Miranda Flamenco, che presenta il piano di sviluppo disegnato per il Paese, e il Presidente dell’Agenzia di Promozione e Investimenti di El Salvador (PROESA), che lo dettaglia in ogni suo punto.

Dall’Istituto di Cultura Latino-Americano di Roma - dove si è svolto l’incontro che avrà un secondo momento di confronto venerdì 25 novembre a Milano, Palazzo Affari ai Giureconsulti, con i saluti del presidente IILA, J. F. Holguin Flores – il via al Forum imprenditoriale per le aziende italiane finalizzato a coinvolgerle con investimenti agevolati per business in El Salvador.

La sala gremita per le proposte del Governo e dell’Ambasciata che, a lavoro con il Ministero degli Affari Esteri italiano, preparano una nuova rete pubblico-privato che si appella alle politiche europee della cooperazione internazionale.

El Salvador si presenta con un’economia aperta all’esportazione e una posizione geografica strategica. Posta al centro dell’America, con un potenziale di oltre 1,200 milioni di consumatori, gode di ben quarantatré accordi commerciali con paesi di America, Europa e Asia, configurandosi come cruciale snodo commerciale. E’ l’unico Paese della regione centroamericana con il dollaro come moneta di corso legale, queste condizioni la rendono appetibile ai capitali esteri. 

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Storicamente l’economia del Paese trovava solidità nel settore agroalimentare (95% PIL) ma, negli ultimi anni, vanta anche una fiorente industria tessile, alla guida delle esportazioni con un bilancio di 109 milioni di dollari prodotti fra il 2015 e il 2016: 46% delle esportazioni totali. Forte il settore di mantenimento aeronautico, con Aeroman e oltre 2100 posti di lavoro è riconosciuto come uno delle più importanti stazioni di riparazione di tutto il mondo. Dal 2007 offre un’attraente piattaforma d’investimenti nel settore energetico, sfrutta le fonti rinnovabili quali: idraulica, geotermica, eolica, solare e biomassa. Ancora, sarà il primo Paese dell’America Centrale che possiederà Gas Naturale. Altri punti di forza, ad alto potenziale economico, assieme al caffè, sono costituite da: servizi a distanza, salute e medicina, infrastrutture e servizi, settore tecnologico; senza sottovalutare il valore della manodopera specializzata su cui si è puntato negli ultimi anni. Il 58% dei lavoratori effettivi ha sotto i quarant’anni, il 21% è in possesso di laurea in ingegneria e tecnologia, fattore quello della scolarizzazione professionale che ricorda lo sviluppo impiantato nell’Italia del dopoguerra dello scorso secolo, seppur a flussi inversi.

Di grande attualità la direzione intrapresa sugli incentivi fiscali, che conta su una manodopera a basso costo in rapporto alla produttività e su versamenti mensili pensionistici di sei dollari circa. L’Iva è del 13% sulle importazioni e le imposte toccano percentuali di 25/30%. Gli investimenti prevedono dei rimborsi, per legge, sui dazi doganali sulle esportazioni e facilitazioni relativi ai progetti di costruzione delle partnership pubblico/privato. Ecco che El Salvador appare agli occhi degli investitori come El Dorado. L’idea incalza dopo gli interventi di Pier Ferdinando Casini e Massimo Bellelli.

Il Presidente della Commissione Affari Esteri, Emigrazione – Casini – parla della vicinanza tra i due Paesi riferendosi alla comune matrice cattolica e persuade sul problema della criminalità, citando la riduzione dell’incidenza della percezione del pericolo e delle azioni compiute per arrivare a tale risultato. Poi parla della globalizzazione come opportunità per i paesi in via di sviluppo e tranquillizza su Trump, affermando che il protezionismo sia ormai impraticabile: “significherebbe tornare indietro e causare danni alle proprie industrie e ai propri imprenditori”. Accenna all’imminente referendum, favorevole alla modifica. È poi il turno delle specifiche con Bellelli – Ministero AA EE e della cooperazione internazionale – che chiude il cerchio e quadra la finanza. Grazie all’art. 27 i privati saranno i nuovi soggetti di cooperazione internazionale, con joint venture, sistema pubblico-privato, ed un progetto valido si potrà accedere ai Fondi diretti della Cooperazione internazionale per un 70% di finanziamento da restituire in 10 anni di cui possibili 5 di grazia, negoziabile. La macchina parte dal Ministero che ha creato un meccanismo di assegnazione che passa per la Banca di sviluppo e cassa depositi e prestiti per il finanziamento; mentre ad esaminare il progetto da sovvenzionare ci penserà l’Agenzia Italiana per la promozione allo sviluppo. L’unico ostacolo sembrerebbe essere la pericolosità e gli indici di garanzia del partner prescelto, difficoltà da superare con la qualità e originalità del progetto e con il peso dell’investimento privato (il 30%) messo in gioco. Al momento non è possibile finanziare iniziative poiché l’azione è diretta ai privati ma, a detta di Bellelli, l’art. 27B sembrerebbe in attesa di referendum per aprire altre vie di azione.

Nella seconda metà di febbraio El Salvador ospiterà un Forum per “el desarrollo del País” imbarcandosi su un ambizioso progetto di dialogo con potenze quali Cina, Russia, Paesi Arabi, al fine di avviare settori con validi progetti già nel cassetto (strade, aeroporti, edifici pubblici…) e in attesa di concretizzare tale portafogli, afferma Sigfrido Reyes, a dispetto del Perù che ha già fatto molto e della Colombia che ha realizzato in parte, ricorda che la Nazione si colloca al settimo posto per bassi costi, spiagge appartate, città coloniali, vulcani, per un ottimo turismo che vanta alcune delle migliori onde al mondo a solo un’ora dalla capitale.

Il futuro? Imbracciare il surf e cavalcare l’onda dello sviluppo globale, al sapore di Europa e di joint venture!

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