Presenti oltre ai cittadini e politici intervenuti, 5.000 appartenenti alle Forze di Polizia e Vigili del Fuoco liberi dal servizio.
Una piazza gremita e un palco deciso che si è fatto portavoce dei malesseri degli appartenenti al comparto sicurezza e soccorso pubblico.
Un contratto di lavoro che prevede misere 11 euro nette in più ad agente, equipaggiamenti e dotazioni non idonee, scarsa formazione e nessuna tutela; sovraffollamento delle carceri, carenza di organico e Vigili del Fuoco impegnati nelle zone terremotate con mezzi obsoleti. Questo è ciò che questa mattina la Consulta Sicurezza ha urlato a colleghi e cittadini.
I segretari Generali di Sap, Sappe e Conapo, rispettivamente Gianni Tonelli, Donato Capece e Antonio Brizzi, nei loro vari interventi hanno illustrato quelle che sono da anni le problematiche della categoria completamente al collasso operativo a causa dei tagli dissennati che hanno portato ad una carenza di uomini pari a 50.000 unità.
Negli ultimi anni i controlli sul territorio e nelle carceri sono diminuiti del 40%; le pattuglie inizialmente composte da tre uomini, adesso ne hanno solo due.
Questo perché il Governo, che solo sugli stipendi ha risparmiato 2 miliardi di euro, non li ha più reinvestiti. Non si investe più sulla sicurezza e questo avviene a discapito degli stessi appartenenti al comparto della sicurezza e soccorso pubblico e, inevitabilmente anche a danno dei cittadini.
La scelta di manifestare ad ottobre cade proprio sulla discussione della legge di stabilità che andrà a decidere in che modo saranno impiegati i fondi disponibili. L’intento della consulta è stato quello di sensibilizzare, coinvolgendo anche i cittadini che sono giunti da ogni parte d’Italia, affinché questi fondi siano dirottati sulla sicurezza mediante nuove assunzioni, risorse per equipaggiamenti, formazione e dotazione e, non da ultimo, i trattamenti economici stipendiali.
A tal proposito, basti pensare che gli aumenti dovuti al riordino delle carriere e al nuovo contratto, saranno inferiori alla caduta del bonus di 80 euro sulle buste paghe relative al mese in corso. Ciò significa che la prossima busta paga, quando questi trattamenti saranno a regime, sarà assurdamente inferiore rispetto a quella del mese trascorso… in poche parole, una presa per i fondelli!
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