ANNO XVIII Giugno 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Mercoledì, 25 Settembre 2019 14:37

M5S: Di Maio, firme contro di me? Un grande malinteso

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Il ministro da New York parla anche della questione migranti e chiede: "stabilizzare la Libia per fermare le partenze" e invita ad andare avanti sulla commissione d'inchiesta sui fondi ai partiti

"Sono stato eletto capo politico con l'80% di preferenze, non con il 100% ed è giusto che ci sia chi non è d'accordo ma far passare quelle 70 firme per 70 firme contro di me... Ci sono persone che potrei definire amiche e con cui lavoro ogni giorno che mi hanno chiamato e mi hanno detto che è un grande malinteso: 'non è contro di te ma per rafforzare il gruppo parlamentare'". Lo ha detto da New York il ministro degli Esteri e capo politico del M5s Luigi Di Maio ai microfoni di SkyTg24 a proposito di quanto avvenuto ieri durante la riunione per la scelta del nuovo capogruppo in Senato.

Le 70 firme raccolte all'interno del Gruppo M5S del Senato riguardano "il cambio dello statuto non il tema del capo politico del Movimento. Poi c'è sempre una voce che si leva in dissenso ed è giusto così, io sono stato eletto come capo politico con l'80% di preferenze, non con il 100%, ed è giusto che ci sia chi non è d'accordo". E' quanto spiega Luigi Di Maio in un'intervista a 'RaiNews 24' in merito all'alta tensione all'interno del gruppo dei senatori del Movimento 5 Stelle.

"Mi auguro - sottolinea in un altro passaggio - che ci sia il consenso in parlamento per far partire la commissione d'inchiesta sui fondi ai partiti". "Penso - aggiunge - che il governo sia caduto anche per la volontà della Lega di non far partire quella commissione". Sulla vicenda dei presunti fondi russi, "invece di provare a portare in parlamento uno che da ministro neanche è voluto venire a riferire, sosterrei l'idea di una commissione non solo sul caso specifico ma su tutti i finanziamenti ai partiti negli anni scorsi".

"Ma far passare quelle 70 firme per 70 firme contro di me - aggiunge - ci sono persone con cui lavoriamo ogni giorno, mi hanno chiamato e mi hanno detto: 'è un grande malinteso, non è contro di te ma per rafforzare il Gruppo parlamentare'". Il MoVimento, prosegue il ministro degli Esteri, "il 4 ottobre di quest'anno compie 10 anni: è nato con una non struttura, aveva solo il capo politico. Questo non è sostenibile per una forza che sta al governo, quindi è giusto che come abbiamo votato e abbiamo previsto a giugno nelle prossime settimane e nei prossimi mesi nasca un'organizzazione".

"Non è una novità, è in ritardo - aggiunge a 'RaiNews 24' - perché consideravo agosto il mese per permettere la transizione verso una nuova organizzazione, poi qualcuno, tra un mojito e l'altro, ha deciso di far cadere il governo".

E ancora: "Ho sentito il senatore che ha raccolto le firme, Dessì, e anche molti dei senatori che avevano firmato il documento: in realtà - spiega poi Di Maio ai microfoni di 'SkyTg 24' - guardando il documento non si parla né del capo politico né della leadership del Movimento. È una procedura interna per modificare lo statuto del gruppo, è legittimo e rientra nelle dinamiche del gruppo parlamentare, ed è firmato da persone con cui lavoriamo ogni giorno. Credo che sia stato un grande malinteso".

DESSÌ - E arriva anche la precisazione del senatore Emanuele Dessì. "Viste le ricostruzioni della stampa, ci tengo a precisare che le 70 firme raccolte servono semplicemente a convocare un'assemblea del Gruppo del Movimento 5 Stelle al Senato - sottolinea - al fine di discutere eventuali modifiche al regolamento del gruppo stesso. Luigi Di Maio non è in discussione".

"La modifica al regolamento serve per far in modo che il Gruppo sia messo in grado di produrre proposte operative da dare a Di Maio. Questo processo, rispettoso delle regole e democratico, è stato strumentalizzato ad arte per portare un attacco al Movimento 5 stelle e al suo leader".

Il ministro degli Esteri è intervenuto anche sulla questione dei migranti. "Il problema dei migranti - ha detto - non si risolve distribuendoli negli altri Paesi europei ma fermando le partenze e per questo siamo impegnati in vari colloqui sulla stabilità della Libia, per fermare il conflitto e evitare che il Paese diventi ulteriormente una rotta di migranti verso l'Italia". Di Maio si è detto "contento" per l'accordo raggiunto a Malta "ma non voglio enfatizzarlo".

"Se l'Italia viene lasciata sola - ha aggiunto - c'è un'emergenza ma devo dire che con l'accordo di Malta, a differenza di quando venivano fatti sbarcare anche con il ministro Salvini perché si sequestravano le navi e ce li dovevamo tenere tutti, adesso abbiamo un meccanismo di redistribuzione".

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